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LA CRISI, I GIOVANI E L'IDENTITA'

Come l’incertezza del domani influisce sugli equilibri emotivi delle persone

Le crisi economiche, una delle quali di grandi proporzioni oramai in corso da qualche anno, non colpiscono soltanto i redditi e l’occupazione, modificando abitudini e tenore di vita, ma influenzano anche gli equilibri emotivi delle persone.
Quando il lavoro è più stabile, esso conferisce sicurezza, sostiene l’identificazione degli individui con il ruolo ricoperto, garantendo la costituzione di un’identità anch’essa stabile e definita.
In uno scenario lavorativo incerto, privo di solidità e con flessibilità accentuata, come quello in atto oggi nel nostro paese e nel mondo, i giovani sono costretti ad abbandonare le strategie utilizzate dalle generazioni precedenti per trovare nella società il proprio posto, poiché portati a dover conquistare ciò che desiderano in modi completamente diversi.
Le difficoltà oggettive di questo momento storico fanno sì che le cose procedono a piccoli passi, i cambiamenti e le evoluzioni sono lenti e graduali; questa modalità è resa ancor più dura da sopportare perché si vive nel continuo confronto con i progressi tecnologici che hanno abituato alla facilità e all’immediatezza.
A differenza delle generazioni precedenti, questa generazione, nonostante sia più istruita, non riesce ad avere un tenore di vita migliore di quella precedente, anzi esso si è abbassato. Le aspettative sono state amaramente deluse e qualcuno dice che la giusta ricetta per andare avanti è ridurre le aspirazioni.
La problematica sociale appare rilevante: i giovani senza occasioni valide di lavoro, lungamente in situazioni di precarietà, accusano il disagio e sono ristretti in una prolungata condizione di provvisorietà, dove la prospettiva per il futuro è angosciosamente sfumata.
L’Io, la parte interattiva più esposta, è drammaticamente colpito e la frustrazione può riattivare processi più profondi che possono prendere il sopravvento: alle difficoltà economiche, all’incapacità di governare la propria vita, si aggiunge il malessere emotivo che esse alimentano; così alla delusione, all’amarezza, alla rabbia, si sommano il senso di sfiducia, la tendenza alla rinuncia, le paure anche più antiche, il panico.
Il processo di costruzione e consolidamento dell’identità individuale è mortificato, frammentato, evaporato. Sarà questo un altro motivo del successo dei social network, dove si cercano costantemente conferme sociali e relazionali, che possono anche arrivare immediate viaggiando tra gli spazi virtuali pronti e disponibili, dove si può anche essere apprezzati per ciò che si mostra di sé, dove si possono anche trovare occasioni di arricchimento personale, ma, ahimè, in una realtà alternativa ed evanescente che non può funzionare come rifugio e consolazione e che invece potrebbe finire per confermare la stessa precarietà.
(di Dott.ssa Valentina Teti - IGEA Centro Promozione Salute - del 2011-06-09) articolo visto 2705 volte
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