L'Opinionista Giornale Online - Notizie del giorno in tempo reale
Aggiornato a:
 

A SCUOLA A CINQUE ANNI PRO E CONTRO

Panoramica sull’Italia ed sul resto d’Europa

Bambini fortunati, clima a parte, quelli nati in Estonia, Finlandia Lettonia e Lituania che hanno il piacere di prolungare l'età dei giochi senza scuola fino a sette anni. Nella media i piccoli del resto dell'Europa che nella maggior parte dei casi si recano tutti a scuola un anno prima, mentre finisce presto la festa, a cinque anni, per i giovani di Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord, Malta e Paesi Bassi.
IN INGHILTERRA … - Gli Inglesi puntano sull'apprendimento precoce, iniziando a 4–5 anni con un pacchetto di istruzione formale di 12,5 ore a settimana, convinti che i , i bimbi nati nell'era di internet, abbiano le capacità cognitive per affrontare a quell'età il peso dell'istruzione.
Proprio però dall'isola Inglese arriva l'allarme degli esperti del Cambridge Primary Review Ancora, si legge nel rapporto, i piccoli alunni hanno un approccio migliore all'istruzione basata sul gioco, all'attività didattica, quindi, propria della scuola dell'infanzia. Il rapporto, basato su 250 focus groppo e 28 studi si va a collocare in netto contrasto sulla riforma Jim Rose del 2009 che prevede l'entrata dei bambini a scuola a 5 anni e a 4 nella forma part-time.
NEL NOSTRO PAESE - In Italia la legge prevede l'iscrizione obbligatoria alla scuola primaria dei bambini che compiono 6 anni entro l'anno solare, e facoltativa per quelli che li compiranno entro il 30 Aprile dell'anno successivo. Farneta pediatra e docente dell'università' di Milano Bicocca ha recentemente dichiarato che i bambini fino a 5 anni sono capaci solo di immagazzinare dati senza fare ragionamenti autonomi, mentre dopo questa età é pronto a compiere operazioni complete, a ragionare su quello che vede, quindi è pronto ad una istruzione formale come quella della scuola elementare.
La legge dei 6 anni, aggiunge l'esperto è solo un antiquata convenzione stabilita nel 1859 con la riforma scolastica Casati, non nasce quindi con specifiche proprietà' pedagogiche e cognitive. Stessa idea per il presidente del Moige (movimento dei genitori), convinto che sicuramente i bambini di oggi sono più recettivi rispetto a quelli di venti anni fa, quindi pronti prima all'avventura scolastica, pur affermando che questa eventualità vada valutata di volta in volta a seconda delle capacità e dello sviluppo dell'alunno.
Non dimentichiamo, inoltre, che molte madri accettano felici di poter mandare i propri figli a scuola prima per cercare di alleviare il peso dell'organizzazione di nonne, tate e zie, a cui sono sottoposte.
LA PEDAGOGIA WALDORF - Nemici acerrimi dell'anticipo scolastico sono gli steineriani, sostenitori della pedagogia Waldorf, che mira, infatti al rispetto dei tempi del bambino, lasciando che esprima la sua personalità senza costrizioni. Nelle loro scuole si applica una pedagogia che “tiene conto delle tappe della vita”, che rispetta i giusti tempi del bambino che intorno ai sette anni raggiungono, grazie a processi fisici, come la caduta dei denti da latte, la giusta maturità' per affrontare il cammino scolastico. A prova di ciò in Finlandia, dove il sistema scolastico sembra essere uno dei migliori, è proprio il settimo anno la data prefissata per andare a scuola. Idee condivise dal presidente dell'Associazione delle scuole cattoliche che manifesta il proprio scetticismo verso l'affrettare un percorso cognitivo, imponendo al bambino tappe diverse, facendo si che la fretta dei genitori possa diventare ansia per i piccoli. Le mamme, in tutto il mondo rimangono quindi interdette, combattute tra l'avviare i loro figli precocemente verso il mondo dell'istruzione o lasciarli beatemene giocare il più a lungo possibile, con la paura che questa scelta possa compromettere il futuro dei loro figli, generando rifiuti verso la scuola o pericolosi ritardi rispetto ai loro coetanei, come sempre “ai posteri l'ardua sentenza”.
(di Alessandra Canestrella - del 2011-11-30) articolo visto 8904 volte
sponsor