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TWITTER REVOLUTION: POCHI CARATTERI PER COMUNICARE SUL WEB

Le sue origini, le sue caratteristiche e peculiarità che lo rendono così immediato

Lo usano in tanti, soprattutto tra i famosi e i personaggi di rilievo. Ma Twitter cos'è davvero, e come funziona? Cosa lo differenzia e lo accomuna agli altri social network, superconosciuti, screditati e settoriali?
COME NASCE - Il regno dei tweet nasce da una società fallimentare, Odeo, a suo tempo rimasta in piedi grazie ad un gruppo di lavoro che ha reinventato la realtà societaria proprio per evitare il fallimento. Jack Dorsey pensò di creare un servizio che permettesse di inviare SMS ad un ristretto numero di persone. Il progetto prese il via il 21 marzo 2006 quando lo stesso Dorsey inviò il primo tweet “just setting up my twttr”. La versione definitiva è stata invece aperta il 15 luglio 2006. La popolarità di Twitter ha una svolta nel 2007, quando durante i giorni del South by Southwest festival del 2007, vengono inviati 60.000 tweet al giorno: al festival erano presenti due maxischermi utilizzati esclusivamente per far scorrere i tweet pubblici.
L'evento fu una grande vetrina pubblicitaria per l'azienda, tanto che Twitter vinse il Web Award Prize. Il servizio divenne estremamente popolare, anche come avversario di Facebook, per l'immediatezza e la semplicità di utilizzo.
IMMEDIATEZZA E ANTICIPAZIONE - L'immediatezza e la semplicità potrebbero dirsi i punti di forza di Twitter: in 140 caratteri bisogna saper rinchiudere un pensiero compiuto e sensato che arrivi a tutto il mondo. Sintomo del nostro tempo, oserei dire, dove la brevità e la velocità sono presenti in ogni ambito della vita quotidiana, dell'arte e della cultura.
Siamo tutti vittime e protagonisti dei social network e, se Facebook ormai è divenuto una piazza dove tutti si incontrano in un marasma di idee, parole e opinioni a volte senza fondamento, l'idea Twitter può essere invece accostata ad un ritrovo “elitario”, dove si incontrano intellettuali, politici, artisti, musicisti, cantanti, giornalisti, scrittori, personaggi della tv, attori, presentatori, showman, modelle, che scelgono la comunicazione sintetica di un tweet per creare un contatto con i loro seguaci. Non più amici virtuali, ma follower che interagiscono in maniera più o meno attiva con loro.
Ma non solo questo. Twitter è anche un modo utile e diverso di comunicare in situazioni di emergenza, di rendere noti dei fatti prima dei “vecchi media” (tv, radio e giornali), come avvenne nel caso del terremoto de L'Aquila nel 2009, con l'incidente mortale di Marco Simoncelli, con le dimissioni dell'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi e così via. Una rivoluzione nella rivoluzione dunque, dove il comunicare è alla portata di tutti, dove tutti possono improvvisarsi giornalisti, reporter, opinionisti.
LO SPECCHIO DI UN MONDO VELOCE - Ma se questo fenomeno viene osservato con altri occhi, magari più attentamente, si riesce a vedere quello che è il nostro mondo. Uno specchio di questo tempo evolutivo e insieme privativo, dove si ascolta poco, si parla in sintesi e tutto deve essere veloce e subitaneo perchè deve arrivare presto, nel più breve tempo possibile.
E Twitter incarna alla perfezione questo correre delle cose e il nostro scorrerci sopra, leggendo senza attenzione, pensando di informarci, di ricevere qualcosa. È una rivoluzione certo, che ha i suoi lati positivi ma anche i suoi limiti, come tutte le rivoluzioni. E se permette la partecipazione globale ed immediata agli eventi di questo mondo, rischia di renderci sterili di attenzioni, di ascolto e soprattutto di parole vere.
(di Marianna Mangifesta - del 2012-02-29) articolo visto 4657 volte
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