MAGNIFICA PRESENZA, IL NUOVO FILM DI OZPETEK
La conferenza stampa e la recensione del film. A cura di Letizia Rogolino - Fonte: www.newscinema.it
Lo scorso 12 marzo a Roma, presso il cinema Adriano di Piazza Cavour, il regista
Ferzan Ozpetek e il cast hanno presentato alla stampa il nuovo film Magnifica Presenza, che uscirà al cinema il prossimo 16 Marzo.
Elio Germano è
Pietro, un ragazzo siciliano che si trasferisce a Roma per realizzare il sogno di diventare attore, ma per il momento si limita a fare i cornetti dalle prime ore del mattino. Insieme alla cugina interpretata dalla simpatica
Paola Minaccioni, Pietro trova una casa d’epoca molto bella nel quartiere Monteverde vecchio di Roma e non ci pensa due volte a trasferirsi e restaurare ogni stanza per cominciare la sua nuova vita. Ma dopo pochi giorni scopre che non è da solo in quella casa enorme, che nasconde segreti, tradimenti e creatività. Nel cast anche
Anna Proclemer, Beppe Fiorello, Margherita Buy, Claudia Potenza, Andrea Bosca, Vittoria Puccini e Cem Yilmaz che insieme al regista
Ozpetek e al produttore
Domenico Procacci, hanno raccontato oggi la loro esperienza nel realizzare questo film, tra presente e passato e dal sapore elegantemente retrò.
Signor Ozpetek come è nata l’idea di questo film?
R - L’idea diciamo che mi è venuta alcuni anni fa quando un caro amico raccontava di aver visto una signora in nero che lo guardava a casa sua mentre era davanti alla televisione…beh, non era tanto normale!? Poi ancora un pò di giorni dopo mi disse di aver incontrato una ragazza vestita tutta di bianco quasi come una sposa e continuò così per qualche tempo fino a che tutti noi nel gruppo di amici cominciavamo a sparlare di lui credendolo pazzo, troppo solo etc… poi la donna di servizio che andava da lui e veniva anche da noi confessò che anche lei sentiva cose strane e rumori. E scoprimmo che durante la guerra una mamma e una figlia durante un bombardamento si erano buttate giù dal balcone di quella casa. Io invece in casa ho una mezza stanza con piccole finestre, indubbiamente molto strana, proprio come quella che trova Pietro in questa casa e scrivendo la Finestra di Fronte, mi venne l’idea di far diventare ebreo l’anziano della storia; dopo alcuni anni dal film una signora che mi abita vicino mi ha chiesto se sapessi che un ebreo aveva vissuto in quella mia mezza stanza per un po’ di tempo come dissidente durante la guerra…
Come mai il titolo Magnifica Presenza?
R - Magnifica Presenza perchè? Come posso definire in altro modo Elio Germano!? :)…in realtà doveva essere al plurale ma abbiamo pensato che in fondo il personaggio Pietro per quei fantasmi è una magnifica presenza. Doveva anche esserci una battuta a ricalcare questo di Beppe Fiorello, ma poi ci sembrava di ricalcare troppo il titolo.
Da cosa nasce il riferimento a Garibaldi?
R - Garibaldi è una figura conosciuta in tutto il mondo…un turco che cita Garibaldi mi piaceva. Questo è un film italiano con molte suggestioni turche rispetto agli altri miei film…sarà la vecchiaia!
Nello scrivere la sceneggiatura, quanto siete stati influenzati dalla lezione di Luigi Pirandello e Sei personaggi in cerca d’autore?
R - Ozpetek: Il riferimento a Pirandello e “Sei personaggi in cerca d’autore” è molto presente, anche l’idea del tram mi è venuta un sabato sera come Piero Tosi che diceva che Pirandello avrebbe preso i fantasmi e portati a teatro.
Federica Pontremoli: Per scegliere lo spettacolo da far fare alla compagnia abbiamo fatto molte ricerche dell’epoca, tuttavia nel film non è specificato di che spettacolo si tratti ma il film è intriso di Pirandello e i sei personaggi, con gioco di specchi tra presente e passato che arriva alla realtà e non si distingue più chi è vero e chi finto tra gli attori.
Come ha concepito la natura dei fantasmi al centro del film?
R - Ozpetek: I miei fantasmi non sanno di non essere più vivi, anche se si rendono conto che c’è qualcosa di diverso nei nuovi inquilini della casa rispetto al passato. L’unico che esce dall’appartamento è il bambino; gli altri, invece, non riescono ad affrontare il mondo esterno. Il rapporto fra Pietro e i fantasmi ha un valore reciproco: lui è molto disponibile, e loro gli danno dei consigli per affrontare i provini.
All’interno del film, qual è l’importanza della passione per il cinema e il teatro?
R - Ferzan Ozpetek: Viviamo in un paese in cui cinema, teatro, musei, opera lirica e monumenti basterebbero già per la nostra sussistenza, eppure tutto viene trascurato e messo in ginocchio per la mancanza di sostegni adeguati. Nel film si trasmette appunto l’amore per il cinema e per il teatro.
Elio Germano, come ti sei immedesimato nel ruolo di Pietro?
R - Elio Germano: Ferzan mi ha offerto un personaggio bellissimo, molto diverso da quelli che interpreto di solito; inoltre lui è un regista che ama gli attori e le loro ossessioni. Abbiamo parlato molto del mio personaggio, fino a renderlo reale. In qualche modo, Magnifica presenza è anche un film sulla rivendicazione dell’orgoglio della fragilità e della diversità. Viviamo in un mondo in cui spesso siamo portati a nascondere e calpestare il nostro aspetto più sensibile e ad indossare una maschera. Il mio personaggio vive proprio questo: deve nascondere le sue passioni, è una persona che è abituata a stare da sola, coltivando le proprie fragilità. Del resto, anche i fantasmi sono vittime delle loro passioni: trovo che questo sia un bellissimo spunto.
Anna Proclemer: Io sono un pigmeo del cinema, ho pochissima esperienza perchè ho lavorato per lo più a teatro, ma Ferzan è davvero innamorato degli attori e io mi sono innamorata di lui. Non amo per niente i registi teatrali per esempio, e non vedo l’ora che se ne vadino dalla scena per lasciarci liberi di creare il rapporto con il pubblico, ma al cinema è diverso e con Ferzan mi sono sentita amata, ‘accoccolata’ tra le sue braccia. Non gli perdono però di avermi fatta sembrare più vecchia di quello che sono :)! Mi è dispiaciuto non lavorare con gli altri attori nel cast, poichè la mia parte se la vede solo con il personaggio di Elio, ma per esempio non vedevo l’ora di lavorare con Margherita Buy che mi piace tanto.
Margherita Buy: Grazie Anna, sono onorata e sicuramente ci sarà l’occasione per lavorare insieme. Io con Ferzan sto molto bene, anche se il nostro rapporto è un po’ burrascoso perchè io rompo sempre le scatole, ma questo film è stato divertente, bello, soprattutto avere essere un fantasma con un look così elegante e particolare, dalla parrucca alla pelliccia.
Paola Minaccioni: Ferzan ha cura di ogni dettaglio e tu, attore, ti senti dentro ad una vera specialità che lui sta cucinando. Forse è per questo che in tutti i suoi film non manca mai il riferimento gastronomico. Poi io ho lavorato praticamente sempre con Elio, questo ‘mostro’ e mi sono trovata benissimo.
RECENSIONE - Si spengono le luci in sala e sullo schermo comincia un montaggio vorticoso di immagini con l’invadente primo piano di un occhio truccato e una melodia orientale incalzante ci porta subito nella dimensione tipica dei film di
Ferzan Ozpetek, il regista che ha elegantemente introdotto nel cinema italiano quella magia e suggestione del suo paese, la Turchia, lasciando però intatta l’identità nostrana. Un film ricco di citazioni e omaggi, a partire proprio dall’inquadratura dell’occhio che a molti ricorderà l’indimenticabile finale della scena della doccia in Psycho, oppure l’occhio dei titoli di testa del thriller Cape Fear – Il Promontorio della Paura di
Martin Scorsese. Elio Germano è
Pietro, un ragazzo siciliano che si trasferisce a Roma per realizzare il sogno di diventare attore, ma per il momento fa il pasticcere fin dalle prime ore del mattino.
Insieme alla cugina, interpretata dalla simpatica
Paola Minaccioni, Pietro trova una casa d’epoca molto bella nel quartiere Monteverde vecchio e non ci pensa due volte a trasferirsi e restaurare ogni stanza per cominciare la sua nuova vita. Dopo pochi giorni però scopre che non è da solo in quella casa enorme, che nasconde segreti, tradimenti e arte. Nel cast anche l’attrice di teatro
Anna Proclemer, Beppe Fiorello, Margherita Buy, Claudia Potenza, Andrea Bosca, Vittoria Puccini e Cem Yilmaz che danno vita a questo film corale, dal sapore elegantemente retro. Il gruppo di fantasmi che disturba la permanenza del giovane
Pietro è la compagnia teatrale
Apollonio, imprigionata in quella casa molti anni prima, senza sapere perchè e il nome del responsabile che li ha traditi. C’è un mistero da scoprire.
Le caratteristiche principali della poetica di
Ozpetek sono presto ritrovate, dall’elemento gastronomico con un’inquadratura di una tavola imbandita nei primi minuti del film, alla presenza del tema della diversità e omosessualità, fino alla colonna sonora dalle note tutte orientali e una coralità che rende ogni personaggio protagonista della storia a suo modo. Questa volta non siamo però in zona Ostiense con il gazometro alla finestra, ma a Monteverde, un quartiere perfetto per raccontare e mettere in scena una storia in bilico tra presente e passato e, oserei dire, tra realtà e finzione. “Ma quale finzione, questa è realtà” è la parola d’ordine del gruppo di fantasmi con cui Pietro si ritrova a dividere la sua casa e il film si basa proprio su questo, la ricerca da parte del protagonista di una sua realtà, una sua identità che ancora non ha trovato poichè risucchiato dalla sua solitudine ed estrema sensibilità. La magnifica presenza è in fondo il
Pietro reale, nascosto e soffocato dalla sua paura di amare, vivere, rischiare e l’incontro con questo stravagante e datato gruppo di artisti degli anni 30, sconvolge la sua vita ma anche le sue convinzioni, aprendo una piccola finestra su un mondo che, per quanto irreale possa essere, dona a lui la realtà e il coraggio di andare avanti e sistemare le cose.
Il pregio più grande del regista in questo caso, è stato saper rendere una storia intensa e coinvolgente sotto tutti i punti di vista, alternando parti comiche, riflessioni su temi importanti come la crisi o la paura dello sconosciuto e del diverso, mescolando dall’inizio alla fine la leggerezza con l’intensità, senza eccessi o forzature. Una commedia drammatica corale che trasmette il fascino degli anni passati, nonostante sia ambientato nella Roma di oggi, anche grazie ai farzosi look di questi personaggi e il trucco forte che li caratterizza, intrappolati in un luogo e in un tempo che non gli appartiene, proprio come si sente
Pietro che non è padrone della sua vita ma è trascinato dagli eventi e si crea una sua realtà (il presunto fidanzato
Massimo che in realtà quasi non lo conosce).
Magnifica Presenza respira quei ritmi frizzanti e scherzosi di Mine Vaganti, quel mistero e curiosità di Cuore Sacro,e il ritorno al passato di La Finestra di Fronte con una colonna sonora che è vera protagonista della storia, sottolineando passioni, paure, e sentimenti dei personaggi che fanno parte di questa bizzarra avventura in una Capitale diversa e surreale, in cui le trans confezionano cappelli nei sotterranei e conoscono ogni informazione come una sorta di mafia locale. Il cast, molto ricco e adatto ai ruoli previsti, vanta della straordinaria partecipazione di
Anna Proclemer, famosa attrice di teatro, che ha un ruolo breve ma fondamentale con un faccia a faccia molto emozionante e incisivo con il giovane
Pietro, che è reso egregiamente da
Elio Germano, spaurito, ingenuo e sensibile.
(di Letizia Rogolino - del 2012-04-11)
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