ELEZIONI: MATTEO RENZI SI CANDIDA ALLE PRIMARIE
L'attuale sindaco di Firenze: "Mi rivolgo anche ai delusi del Pdl"
Matteo Renzi scende ufficialmente - e finalmente - in campo candidandosi a premier per il centrosinistra. In realtà, il primo cittadino di Firenze dovrà prima vedersela con le primarie che sono previste a novembre, e che si annunciano di fuoco, ma intanto ha iniziato la propria campagna elettorale.
Primo appuntamento questa mattina, al palazzo della Gran Guardia di Verona, dove Renzi ha affermato: "Stare qui vuol dire stare in un campo che non è il nostro". E, a scanso di equivoci, ha strizzato democristianamente l'occhio anche al centrodestra, dichiarando di rivolgersi "anche ai delusi del Pdl". Il giovane esponente del Pd si è poi detto convinto che la crisi sia "la più grande opportunità, perché veramente ci mettiamo in gioco e cambiamo le regole".
Sul problema occupazionale: "In questi anni sono aumentate più le tariffe che i salari come risultato di una politica che ha rifiutato di intervenire con le authority".
Tra i punti del suo programma, Renzi ha parlato di lotta all'evasione fiscale "per abbassare le tasse di chi già le paga" e di detassazione del lavoro femminile, anche per incentivare l'assunzione di donne all'interno delle imprese. Sui fondi europei, Renzi propone di lasciar perdere i finanziamenti a pioggia e "sostenere invece il finanziamento all'impresa" con una riduzione dei tassi sui prestiti. E la riforma delle pensioni? "Ben venga, ma non la faccia chi di pensioni ne ha due con il vitalizio".
Da buon 'rottamatore', il sindaco non ha fatto poi mancare alcuni riferimenti ai matusa della politica: "Rottamiamo la subalternità culturale alle generazione del '68 che vuole dipingere se stessa come la meglio gioventù". Ad ascoltarlo, oggi in platea, c'erano pochi politici, tra cui il segretario provinciale del Pd Vincenzo D'Arienzo e l'ex sindaco di Verona Paolo Zanotto.
Renzi sembra avere le idee ben chiare. Già a inizio settembre, in quella Vasto che molti associano alla famosa "foto" di Antonio Di Pietro con Vendola e Bersani, aveva fatto capire di essere pronto a dare battaglia, ma in maniera leale: "Se vinciamo le primarie cambieremo l'Italia - aveva chiosato - e se le perderemo daremo una mano a chi ha vinto, come vuole la regola interna del Partito Democratico".
E ancora sul concetto di 'rottamazione': "Noi siamo persone che dicono: se hai già fatto 15 anni in Parlamento, forse è ora che lasci spazio ad altri, perché nessuno è indispensabile. Credo a un coinvolgimento delle persone normali che tornano a fare politica e che dicono che la politica è una cosa bella e non può essere lasciata a quelli che in questi vent'anni hanno combinato il disastro che vediamo". Insomma, il viaggio di Matteo è appena cominciato, ma di una cosa siamo già certi: ne vedremo delle belle.
(di Redazione - del 2012-09-13)
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