IN PIEDI SI VIVE DI PIÚ
Da un recente studio il “poltrire” può essere nocivo per la salute
Un recente studio, pubblicato su un noto giornale medico di nome Bmj Open, afferma che chi sta seduto più di tre ore al giorno (praticamente tutti) perde due anni di vita. Quando questa notizia è stata resa pubblica dal giornale Wall Street journal, il direttore ha pregato i lettori di leggerla seduti.
La stessa notizia può anche essere letta in una maniera più positiva: stare molto in piedi allunga la vita di almeno due anni. Affermiamo quindi che il divano, il poltrire uccidono più del fumo. Sono avvisati quindi gli abitanti di Malta che con un 72% di abitanti sbracati sul divano conquistano la vetta della classifica seguiti da Gran Bretagna e America.
Il professor Peter Katzmarzyk afferma che se guardiamo la tv al massimo due ore al giorno aggiungiamo 1,4 anni su questa Terra. Che una vita sedentaria fosse dannosa lo si sapeva da tanto tempo ma uno studio australiano dell’anno scorso ha rivelato uno scenario davvero inquietante.
Se una persona stesse undici ore seduta, la sua percentuale di morire entro tre anni aumenterebbe del quaranta per cento. In questo scenario che ha dell’inverosimile, i due studiosi hanno anche fornito dei suggerimenti per vivere più a lungo: dovremmo pensare a delle scrivanie alte dove poter lavorare in piedi come i cavalli, a smettere di comunicare via email da un ufficio all’altro e a fare notevoli passeggiatine alla macchina del caffè per allungare la vita… la panacea di ogni impiegato.
Il killer del ventunesimo secolo è sicuramente la sedentarietà. Per avere un corretto stile di vita non serve una laurea in medicina ma seguire semplici consigli come una dieta sana, niente fumo e una dose quotidiana di esercizio fisico. Ma saperlo e metterlo in pratica sono cose bene diverse come afferma la rivista medica Lancet che su 57 milioni di morti registrate nel 2008 il 9% erano collegate alla mancanza di attività fisica.
Stare seduti la maggior parte della giornata, non camminare e non praticare sport oltre che far aumentare i chili di troppo, è responsabile delle malattie coronariche, casi di diabete di tipo due e di casi di tumore al colon e al seno. Leggendo questo articolo si pensa che i dati inseriti sono sconcertanti ma se tutti riducessimo a tre le ore che si passano seduti sicuramente allungheremmo la vita di due anni. Gli autori dell'articolo del giornale Lancet concludono dicendo che se anche molti di noi non raggiungessero mai i livelli degli atleti olimpici, basterebbero tra i quindici e i venti minuti al giorno di camminata a passo veloce per migliorare notevolmente la salute.
Durante l'evoluzione dell'uomo, lo scheletro umano ha avuto uno sviluppo in grado di sostenere la camminata e la corsa per consentire di cacciare e di fuggire dagli attacchi delle belve feroci. Il proprio corpo serviva letteralmente per procacciare il cibo e per salvarsi la vita. In teoria questo è quello che dovremmo tornare a fare anche se oggi a spingerci non è più l'istinto di sopravvivenza ma la consapevolezza che la sedentarietà ci rende maggiormente inclini alle malattie. L'esercizio fisico rimane centrale per il nostro metabolismo e una proteina potrebbe avere un ruolo centrale nei cambiamenti fisiologici e psicologici legati all'attività fisica: il fattore neutrofico cervello-derivato, più noto con il nome di BDNF.
La produzione di questa proteina aumenta con l'attività fisica ed ha effetti positivi sul cervello (ovvero aiuta la memoria, aumenta le dimensioni dell'ippocampo, aumenta le connessioni tra neuroni) e sul corpo(riduce il tasso di obesità e di diabete di tipo 2). In sostanza, basta un piccolo sforzo per prevenire molti guai: l'esercizio fisico costa poco, le conseguenze della sua mancanza invece hanno un costo molto elevato.
(di Stefano Canfarini - del 2012-10-10)
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