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IL SAMURAI

Leggendaria figura, pronta a morire in ogni momento per il suo Signore, ma sempre caratterizzata da oggetti di raffinata eleganza

Il Samurai è il protagonista della mostra che si sta svolgendo nelle sale del Museo Stibbert a Firenze dove rimarrà visitabile fino al 3 novembre 2013. La figura del Samurai nasce intorno al X secolo, in piena Epoca di Heian (898-1185), con i guerrieri che per mandato imperiale dovevano difendere i confini orientali del Paese dalle offensive di altre popolazioni originarie del Giappone stesso, gli Ezo, i cui discendenti sono gli attuali Hainu.
La parola Samurai deriva dal verbo samurau, “servire”; ma la dizione più corretta è quella di bushi, cioè di colui che conosce le armi (bu “arma”, shi “pratico”, che conosce, quindi un vero professionista delle armi). Alcune tesi collocano la dizione di bushi nei periodi antecedenti al Periodo di Edo (1603-1868), proprio per il suo impiego prettamente militare; mentre quella di samurai dal Periodo di Edo in poi, identificandone una sorta di evoluzione di servizio a tutto campo.
I Samurai riuscirono a raggiungere il pieno potere attorno agli inizi del XII secolo, durante il Periodo di Kamakura (1185-1333), instaurando il primo governo militare, detto Bakufu (il Governo della Tenda), con il primo Sh?gun della storia del Giappone, Minamoto no Yoritomo. Da questo momento in poi fino al 1868, la classe guerriera dei Samurai governò il Giappone, con 41 diversi Sh?gun provenienti dalle più potenti famiglie, l’ultima delle quali fu quella dei Tokugawa. Un scorcio della loro storia, la potremo ammirare, dunque, a Firenze grazie alla mostra realizzata con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze e la collaborazione del Museo Salvatore Ferragamo e dei Marchesi de’Frescobaldi. L’esposizione, comprende ben settanta capolavori provenienti dalla collezione giapponese di Frederick Stibbert.
L’evento, colpisce per il fascino terribile e, allo stesso tempo, seducente che le magnifiche corazze e gli stravaganti elmi riescono ancora oggi emanano. Questo, è senza dubbio il risultato di quanto gli artisti giapponesi furono in grado di creare. Grazie ai materiali e alle tecniche artigianali infatti, hanno prodotto vere e proprie opere d’arte dove la potenza dell’acciaio è resa ancor più affascinante dal contrasto con gli ornamenti in seta dai colori cangianti, in pelli abilmente conciate e in splendenti lacche.
La mostra mette molto bene in risalto, attraverso il corredo del Samurai, la sua leggendaria figura, pronta a morire in ogni momento per il suo Signore, ma sempre caratterizzata da oggetti di raffinata eleganza. Le parole di Enrico Colle, Soprintendente del Museo Stibbert, ci descrivono nello specifico il progetto della mostra: ”A tredici anni di distanza da ‘Draghi e peonie’, si è voluto, con questa esposizione, riprendere e sviluppare il tema delle armature create, nel corso di circa tre secoli, per la potente e raffinata casta dei Samurai. Un aspetto dell’arte orientale sempre presente all’interno di più vaste rassegne dedicate alla cultura nipponica e che, è stato approfondito, lo scorso autunno, nella mostra realizzata a Rotterdam, incentrata appunto sui ricchi e variegati armamenti dei generali giapponesi.
L’intento dei curatori, sottolinea Colle è stato quello di presentare intorno a nove tra le più rare e complete armature collezionate da Stibbert, una serie di manufatti e armi che dovevano formare il corredo di un Samurai: partendo dagli oggetti in lacca (quali i contenitori per cibo, le scatole per conservare i documenti o gli astucci per fumatore) e in carta dipinta (come l’ampio paravento ornato con scene di guerra e il rotolo che rappresenta il quartiere dei piaceri di Edo). Il percorso della mostra si snoda attorno alle armature restaurate per l’occasione e presentate in tutta la loro fiera bellezza sui fondi scuri delle vetrine intesi a far risaltare, attraverso un calibrato gioco di luci, gli intensi contrasti cromatici delle corazze e dei Kabuto, ovvero i fantastici elmi costruiti con i materiali più disparati come l’acciaio, il legno intagliato, la cartapesta e la lacca, e le cui forme bizzarre sono frutto dell’abilità dei famosi armaioli Haruta, Myochin e Saotome.
Non poteva mancare nella mostra quello che è considerato l’armamento indispensabile per un Samurai e cioè la spada, simbolo evidente del suo stato sociale. Nella sezione dedicata a quest’arma sono presenti alcuni splendidi esemplari muniti del loro fodero il lacca e pelle con applicazioni in oro cesellato, tre lame snudate in acciaio ed una cospicua selezione di tsuba, else dalle forme e dalle decorazioni più svariate. Chiude il percorso della mostra una vetrina dove si espone una sella in legno di quercia rossa con ricchi decori in lacca e madreperla: gli stessi che compaiono sul copricapo da guerra e sulla faretra da viaggio scelti per documentare l’equipaggiamento dei cavalieri e degli arcieri poiché proprio lo yumi, il micidiale arco giapponese, rappresentò per lungo tempo l’arma principale dei Samurai d’alto rango.
Concludiamo, accennando doverosamente alla Collezione giapponese di Frederick Stibbert (1838-1906), che è una delle più importanti raccolte al di fuori del Giappone. Stibbert fu tra i primi collezionisti ad interessarsi, alla metà dell’Ottocento, alle opere provenienti dalle terre del Sol levante, e la sua raccolta ancora oggi stupisce per la ricchezza e l’importanza delle opere che conserva.
(di Maurizio Piccirillo - del 2013-04-03) articolo visto 4734 volte
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