L’avvento dalle criptovalute: una strada per la libertà?

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Un pò di storia

Fin da tempi antichi, prerogativa degli stati sovrani, imperi o regni è stata quella di battere la propria moneta e controllarne il valore. Nello scorso secolo le varie valute, nel corso della loro evoluzione, si sono poi staccate da un valore reale, un tempo rappresentato dalle riserve auree realmente possedute nei propri caveau.

Contrattazioni online, speculazioni varie, la possibilità di spostare immagini quantità di denaro in pochi millesimi di secondo, diffusione di carte di credito, nascita di varie piattaforme di pagamento online etc. hanno contribuito a smaterializzare il concetto stesso di denaro, facendo venire meno quel sottile piacere che una volta si provava nello stringere in mano delle “vere” banconote.

Tuttavia stati sovrani (chi più chi meno) e grandi banche (con le loro speculazioni ed intermediari) rimangono i veri controllori della incredibile massa di denaro oggi esistente, peraltro sempre più concentrata nelle mani di pochi eletti.

Nascita della criptovaluta

Ed è a questo punto che meno di un decennio fa un anonimo hacker (nell’accezione più nobile del termine) ebbe una brillante idea: creare un sistema p2p, basato sul protocollo proof-of-work, che potesse gestire una moneta in modo del tutto decentralizzato ed indipendente da qualsiasi ente governativo.

Nasceva così la più influente (ad ora) criptovaluta e la sua relativa blockchain (il record con tutte le transazioni della moneta stessa). Questa avrebbe consentito un buon livello di privacy (nessuna autorità centrale appunto).

Nuovi protagonisti del denaro virtuale

La maggioranza della popolazione mondiale conosce ormai la parola Bitcoin. Ma sulla scia della più famosa ed ormai affermata moneta virtuale, sono nate altre criptovalute. Per molti praticamente il futuro dello scambio digitale di “valore”. A marzo 2018 il numero delle diverse criptomonete ha superato il numero di 1500. Ognuna di queste monete porta con sé le proprie caratteristiche dipendenti dal protocollo di gestione che le accompagna.

Al momento di stilare il seguente articolo la seconda moneta per capitalizzazione (valore raggiunto della criptovaluta circolante in USD) risulta essere quella legata alla rete Ethereum, con la ragguardevole cifra di oltre 51 miliardi di dollari. Valori che lasciano senza fiato. Molti investitori si stanno dando da fare per capire quale sarà il trend futuro di queste monete, mentre nel frattempo un gran numero di negozi virtuali accetta già il pagamento dei propri beni e servizi nelle principali criptovalute.

Mentre lo scopo della maggioranza delle criptovalute (e relative blockchain) è la mera circolazione e creazione di pacchetti dati, che sono il denaro stesso, la rete di Ethereum ha uno scopo, se possiamo dire, più nobile.

Ethereum, più che una semplice criptovaluta

Fra il 2013 ed il 2015 un gruppo indipendente di sviluppatori ha una brillante idea: creare una piattaforma decentralizzata (peer-to-peer) per la creazione, distribuzione e pubblicazione di contratti intelligenti (smart contracts). Cosa vuol dire tutto ciò? Che appunto la rete Ethereum non serve solo a scambiare denaro, bensì a gestire un numero di operazioni potenzialmente illimitato per quantità e diversità. Nella più assoluta riservatezza e sicurezza, possono essere gestiti ad esempio sistemi elettorali, compravendite, atti notarili, piattaforme di crowdfunding, etc..

È come se la rete Ethereum fosse un super partes, un’entità suprema imparziale che può certificare qualsiasi tipo di contrattazione o scambio avvenuta tra due utenti della sua rete p2p.

Questo può appunto avvenire perché il sistema è decentralizzato, ovvero non risiede su server centrali appartenenti ad organizzazioni o governi che ne possano controllare il corso. Bensì il sistema gira su rete p2p, appunto, quindi su ciascun computer sul quale stia girando l’applicazione di smart contract.

Ma questo vuol dire calcoli effettuati dai sistemi (pc o server) dei singoli utenti e di conseguenza tempo ed energia. Ed è a questo punto che il circolo si chiude. Il sistema ricompensa il lavoro con pacchetti di dati univoci, che prendono il nome di Ether, la criptovaluta della rete Ethereum appunto. Come tutte le altre criptovalute, anche Ether può essere scambiata sulle piattaforme di compravendita presenti online.

Conclusioni

Il mondo delle criptovalute è in costante movimento. Non sappiamo ciò che il futuro ci riserva e quante piattaforme sopravviveranno dopo il boom iniziale. Ethereum sembra sulla buona strada per continuare ad espandersi e progredire, in quanto la sua rete offre più che il semplice scambio di valore virtuale. La sua totale indipendenza da sistemi centralizzati e la sua flessibilità la renderanno sicuramente uno strumento prezioso per chiunque desidera affrancarsi da controlli governativi o poteri economici. Che sia la volta buona per svincolarsi da millenni di tirannia e controllo economico che pochi hanno sempre esercitato su molti? Il futuro delle Criptovalute saprà dare la risposta.

PR