“Fin dalla prima volta che l’ho vista, il sentimento che ho provato era di accudimento, di voler rimanere per sempre con lei, ed è anche per questo che ho deciso di scrivere la sua storia, perché sono stato io che mi sono preso cura di lei da zero e sono l’unico può raccontare la nostra e la sua storia. Amy è stata circondata sicuramente da moltissime persone che poi però se ne sono andate, l’hanno lasciata sola, io sono l’unico ad essere stato con lei fino alla fine e l’unico che sa quanto sia stato duro essere Amy Winehouse come la vedevano tutti gli altri. Ci sono stati momenti tragici, ma io ci sono sempre stato, scrivere questo libro per me è stato terapeutico, è stato come togliermi di dosso la sensazione di ansia e di dolore che avevo. È una storia complicata, ma il mio amore per Amy non finirà mai e l’ho scritto proprio perché l’ho amata e la amo moltissimo”.
“C’è una grande differenza tra la mia Amy e la Amy Winehouse come la conoscevano gli altri: tanti pensavano che fosse una persona dura, scontrosa, che urlava, maleducata, ma bisogna tenere presente che quando una persona cade nella dipendenza il carattere cambia, e quindi non è più la Amy meravigliosa che conoscevo io, che era timida, che si occupava della gente, che era piena di affetto e molto materna, questa è la Amy che desidero descrivere e che molti non conoscevano”.
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