2 giugno, Fico: “Proseguire il percorso di democrazia iniziato 76 anni fa”

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ROMA – “Il 2 giugno del 1946 gli italiani decisero di voltare pagina. Decisero di rifondare le istituzioni e l’identità stessa della comunità nazionale. Alle urne si recarono 25 milioni di persone. Per la prima volta anche le donne parteciparono a quell’attesa festa della democrazia. Dopo la barbarie nazifascista, dopo anni di compressione delle libertà e dei diritti, la maggioranza degli italiani scelse la Repubblica, scelse di intraprendere un percorso ispirato ai valori della democrazia, della solidarietà, dell’uguaglianza, che poi sarebbero stati impressi nella nostra Carta costituzionale”. Lo ha detto il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, in occasione della Festa della Repubblica.

“Oggi è la festa di tutti gli italiani – ha continuato – ed è anche un giorno in cui possiamo e dobbiamo riflettere sulla nuova fase storica che iniziò quel 2 giugno e sul patrimonio civico che abbiamo costruito negli anni, che dobbiamo proteggere e soprattutto promuovere. La Repubblica ha attraversato periodi bui e a fronteggiato sfide complesse. Ed è puntando sui suoi valori che è riuscita a superare le difficoltà e a cercare in sé stessa una sempre maggiore coesione”.

Ma, ha rilevato Fico, “esistono ancora diritti negati, diseguaglianze insopportabili, grandi fragilità che avrebbero bisogno di maggiori tutele e cura. Penso a chi è nato e vissuto in Italia ma non ha la nostra cittadinanza, sono giovani perfettamente integrati ma senza il diritto di chiamarsi italiani. Penso a chi è costretto a lasciare la propria città per cercare un lavoro altrove. Penso alle drammatiche e inammissibili morti bianche. Penso al lavoro povero e senza tutele. Penso a chi viene insultato, aggredito e discriminato solo perché ama una persona dello stesso sesso. Nel giorno della Festa della Repubblica dobbiamo ribadire l’impegno a proseguire il percorso di democrazia e solidarietà lavorando per dare quelle risposte che da troppo tempo mancano, per restringere quei divari che ancora sussistono nel tessuto sociale, per far crescere e rafforzare la nostra comunità”.