“La sensazione ulteriore – spiega Noury – è che l’emotività su questa vicenda sia diminuita, come se ci si fosse rilassati dall’8 dicembre scorso, quando Patrick è uscito dal carcere. Come se fosse sufficiente questo. Invece Zaki è ancora sotto processo, bloccato in Egitto perché non è autorizzato a viaggiare, e la sua vicenda non è affatto chiusa. Non può esserci alcun rilassamento, alcuna soddisfazione nel vedere un ragazzo che non può realizzare il suo desiderio di finire gli studi e di tornare a Bologna”.
Amnesty chiede “iniziative sul piano politico in vista del 27 settembre”. L’ultima udienza in Egitto, a Mansura, sul caso di Patrick Zaki si era tenuta a fine giugno. Una sessione brevissima, conclusasi con l’ennesimo rimando, a fine settembre. Zaki e i suoi avvocati avevano chiesto per lo studente dell’Università di Bologna almeno la possibilità di poter tornare a viaggiare ma finora questa opzione non si è realizzata.
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