Aumento costi energia: cosa fanno gli altri Paesi europei

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Lampadina energiaROMA – L’Europa si presenta in ordine sparso di fronte a una nuova sfida che mette alla prova le politiche economiche dei paesi, incrementando l’inflazione e accrescendo i costi per famiglie e imprese: l’aumento della bolletta energetica. In assenza di un’azione congiunta a livello continentale – chiesta da Italia e Spagna, tra gli altri – i diversi paesi hanno messo in campo una serie di provvedimenti nel tentativo quanto meno di attutire la batosta per i consumatori. Con il prezzo dell’energia elettrica, nella media europea, a 94 dollari per megawatt/ora, che è la metà circa del picco visto a dicembre, ma comunque un incremento notevole rispetto alla fine del 2021, quando i prezzi erano scesi sottoi 70 euro megawatt/ora, siamo su livelli di prezzo poco sostenibili per molte famiglie europee, che stanno vedendo le loro bollette crescere a vista d’occhio. Di fronte a questa situazione, i paesi europei si stanno muovendo nel tentativo di scudare il più possibile le fasce in difficoltà tra la popolazione e tra le imprese.

Ma manca un denominatore comune. Se Spagna e Italia chiedono un’azione coordinata a livello Ue, paesi come Ungheria e Repubblica ceca vogliono rimettere in mano lo Sistema per lo scambio di quote d’emissione Ue e la Francia, dal canto suo, vorrebbe intervenire sul meccanismo di prezzo nel mercato europeo dell’energia. Intanto, però, c’è la necessità di rispondere immediatamente alle esigenze delle famiglie. E i paesi europei, a partire da settembre dello scorso anno, hanno messo in campo diverse iniziative. Ecco alcuni – secondo un’analisi svolta dal think tank europeo Bruegel – dei casi più interessanti. Il Belgio, a partire dai primi di ottobre, ha esteso la tariffa energetica sociale introdotta durante la pandemia, stanziando 208 milioni di euro per aiutare mezzo milione di famiglie. Inoltre ha messo in campo sgravi ed è intervenuto sulla leva fiscale, tagliando alcune imposte sull’energia e trasformandole in accise, più facilmente manipolabili dal governo. Infine, essendo un governo federale, diverse altre misure sono state messe in campo a livello regionale.

La Repubblica ceca, tra novembre e dicembre ha esentato dall’imposta di valore aggiunto elettricità e gas e alla fine dell’anno ha approvato una legge per il sostegno alle famiglie e all’impresa che prevede assistenza targettizzata per ammortizzare l’impatto della bolletta energetica, che in alcuni casi è cresciuta di più del 100%. La Francia ha cominciato a intervenire a metà settembre con un energy voucher da 100 euro arrivato a quasi 6 milioni di famiglie. A ottobre il voucher è stato esteso a tutti coloro che hanno redditi inferiori a 2mila euro mensili, quindi circa 38 milioni di francesi. Inoltre il governo ha avviato un braccio di ferro con l’operatore elettrico principale del paese, EDF, che è per l’80% dello stato, ordinando alla compagnia di posporre una serie di aumenti, di limitare gli aumenti tariffari a febbraio al 4 per cento e di vendere agli altri operatori una quota più ampia della produzione elettrica nucleare storica, che ha costi molto limitati. Nella valutazione di EDF, questi provvedimenti potrebbero costarle circa 8,4 miliardi di euro. La Germania, in un primo momento, pensava che non ci sarebbe stato bisogno d’intervenire.

Ma ha dovuto rivedere la sua posizione, anche perché le famiglie tedesche sono quelle che pagano la bolletta energetica più alta. Dal primo gennaio è entrato in vigore il dimezzamento della Erneuerbare-Energien-Gesetz, cioè il sovrapprezzo che viene applicato alla vendita all’ingrosso di elettricità, che è passato da 6,5 cent a 3,72 cent per kilowatt/ora. Inoltre il governo sta valutando una serie di altre ipotesi di sostegno per le famiglie più in difficoltà con la bolletta. La Grecia ha lanciato da metà settembre una serie di sussidi per famiglie e piccole imprese modulate sui consumi e più volte innalzati. Nei giorni scorsi questi sussidi sono arrivati a 42 euro per i primi 300 kilowatt/ora per le famiglie e 65 euro per megawatt/ora per le imprese (tutte: piccole, medie e grandi). Inoltre, per le famiglie inserite nello schema delle tariffe domiciliari sociali, il sussidio è stato portato a 180 euro per megawatt/ora. Ancora, l’azienda elettrica pubblica ha messo in campo degli sconti tariffari per le famiglie con un consumo fino a 600 kilowatt/ora per mese. Infine il governo ha annunciato che 100 milioni di euro del Recovery Fund, inizialmente destinati ai pannelli solari, verranno dirottati per aiutare le famiglie vulnerabili.

L’Irlanda ha agito sulla leva fiscale e nella finanziaria 2022 è stato introdotto un abbattimento del 30 per cento delle tasse sulle spese per riscaldamento ed elettricità. Inoltre a dicembre è stato approvato uno schema di credito per i clienti privati per 210 milioni di euro. L’Olanda ha tagliato le tasse per l’energia per famiglie e imprese, per un costo di 3,2 miliardi di euro totali. La Polonia a ottobre ha approvato una legge che prevede una serie di tagli fiscali e sussidi al 20% più vulnerabile delle famiglie. Inoltre ha annunciato un pacchetto di sgravi fiscali e contributi per oltre 2 miliardi di euro. Il Portogallo è intervenuto con provvedimenti per ridurre le tariffe alle imprese industriali, sul Regime speciale delle energie rinnovabili, eliminando una serie di sovrapprezzi di produzione. Inoltre l’autorità regolatrice nazionale è intervenuta ordinando abbattimenti di tariffe per il 2022.

La Romania ha approvato a settembre una legge per aiutare i consumatori vulnerabili scudandoli dagli aumenti tariffari da novembre con sussidi vincolati all’utilizzo di equipaggiamento energeticamente efficiente. Inoltre da novembre sono partiti compensazioni per la bolletta elettrica e del gas per 6 milioni di famiglie. A gennaio sono stati annunciati tagli all’imposta di valore aggiunto per le famiglie con consumi di elettricità fino a 300 kilowatt/ora mensili. La Spagna, a partire da maggio dello scorso anno, ha tagliato una serie di prelievi fiscali, a partire dall’imposta di valore aggiunto passata per i clienti dal 21 al 10% per clienti con contratti inferiori a 10 kwh e la sospensione della tassa di generazione del 7%. Inoltre ha previsto una deduzione delle entrate di mercato per le centrali che non emettono CO2, con un investimento di 2,6 miliardi di euro. Sono stati adottati inoltre dei bonus sociali per i consumatori vulnerabili fino a marzo 2021.