Brambilla: “il divieto di cumulo in quota 100 danneggia gli anziani e l’Erario”

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La pensione quota 100 non si potrà cumulare con i redditi da lavoro

MILANO ‒ Un particolare aspetto del Decreto pensioni suscita severe critiche da parte di Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali: “Assieme a quota 100 rispunta il ‘divieto di cumulo’, un istituto che ha generato una montagna di lavoro nero e che, con molta fatica, dopo oltre quindici anni riuscimmo a eliminare a decorrere dal 2010”. Il divieto di cumulo, avverte Brambilla, porterà un danno all’Erario: “Oggi abbiamo un milione di pensionati che lavorano e che si pagano la loro pensione con il cumulo delle imposte; fossero due milioni lo Stato ne avrebbe un doppio beneficio”.

Il comma 3 dell’articolo 14 del Decreto su pensioni e reddito di cittadinanza recita infatti:

“La pensione quota 100 non è cumulabile, a far data dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia, con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5000 euro lordi annui”.

“Anziché trovare soluzioni tecniche equitative per ridurre l’impatto di quota 100”, afferma Brambilla “si applicano norme vecchie e superate come divieti, finestre e temporalità. Insomma, da una parte si incentiva ad andare in pensione anticipata ma, se si va, non si ha più il diritto di lavorare, si deve stare in panchina al parco o sul divano perché c’è il divieto di cumulo tra redditi da lavoro e redditi da pensione”.

Nel nostro Paese sono praticamente assenti le politiche per l’invecchiamento attivo, che dovrebbero prevedere, tra l’altro, l’opzione di prolungare la vita lavorativa per i pensionati che desiderino continuare a rimanere attivi, seppure in modo ridotto, nel mondo del lavoro. Si tratta, prosegue Brambilla, di “una decisione avvilente, umiliante per quei tanti ‘maturi’ che vorrebbero, come accade ormai nel resto delle economie avanzate, sostegni e non ostacoli all’invecchiamento attivo, magari facendo un lavoro diverso che piace di più e che genere beneficio fisico e psicologico”.

A cura di Barbara Miladinovic