ROMA – “Essere di sinistra vuol dire innanzitutto occuparsi di diritti sociali, che la nostra costituzione riconosce: salario giusto, salute e diritto all’istruzione. Tre diritti che ultimamente sono un po’ scricchiolanti”. Lo ha affermato il Senatore e leader di Azione, Carlo Calenda, a “Giù la maschera”, il programma condotto da Marcello Foa in onda su Radio 1 Rai, nella puntata dedicata al tema “La sinistra alla ricerca di una nuova identità”.
“C’è un sistema politico che non è riuscito a fare scelte strutturali”, ha detto Carlo Calenda. “Il concetto è: ti do qualcosa immediatamente qualcosa, come una piccola riduzione sulle tasse, ma i tuoi diritti fondamentali, come può essere il livello di preparazione dei ragazzi a scuola che è al di sotto della media europea, non riesco a metterli apposto. Io venivo da aziende che vincevano nel mondo e per cui il progresso tecnologico e la globalizzazione erano la vittoria. Ma così non è andato. I posti di lavoro si sono spostati da occidente a oriente e questo ha travolto la classe media, e l’ha resa disperata”.
Calenda ha ricordato come i liberali progressisti “hanno sostenuto che la globalizzazione era solo inevitabile e ingestibile, e che doveva fare il proprio corso. Così la tecnologica. La globalizzazione è cambiata dal 2000 a oggi. Per esempio, oggi nei confronti della Cina l’Europa, che era disarmata, è più forte: pensiamo ai danzi e alle leggi antidumping che sono state introdotte. La politica commerciale europea si fa anche con un lavoro molto lungo. Come con l’armonizzare la tassazione sui capitali e gli utili aziendali”.
Nel corso dell’intervista Calenda non ha mancato di fare una riflessione sui suoi rapporti con Matteo Renzi e la sinistra in generale. “Matteo ha perfettamente capito che per i nuovi tempi la politica è leadership e capacità di diventare punto di riferimento”, ha detto Calenda, “C’è una debolezza della politica, che segue dei cicli da star del cinema. Pensiamo a Elly Schlein. Quando ha vinto le primarie tutti i giornali hanno scritto che il mondo era cambiato. Dopo due mesi, passate le amministrative, la Schlein era già finita. Noi passiamo da questi estremi. C’è un’assoluta sovraesposizione tra politica e intrattenimento. A un certo punto votiamo chi ci intrattiene e si immedesima nelle nostre paure. E questa cosa ci viene a noia velocissimamente. E’ successo con la Lega, il Movimento 5 Stelle, Matteo Renzi e ora con la Meloni”.
Quanto alla Schlein, Carlo Calenda ha detto di non essere d’accordo con lei “sulla transizione ecologica, sul posizionamento internazionale e sono contrario all’idea della Schlein per cui la politica è “noi siamo quelli buoni”. Dico: come pensi di gestire l’ingresso dei migranti in Italia? Sei favorevole a tutti o a controllarlo? Io non credo di essere cattivo. Sono antifascista ma credo che la politica sia più di questo”.
Quanto al Movimento 5 Stelle, Calenda ha detto che “il M5S ha fatto una rivoluzione. Dal 43% è crollato alla metà dopo un anno perché hanno messo troppe cose. Poi cosa è successo? Invece di farlo chiudere, il Partito Democratico ha deciso di salvarlo e di mettere il Presidente del Consiglio. Quella cosa lì ha una forza. La forza del M5S è più credibile. Se agli elettori di hai raccontato che Conte era il migliore Presidente del Consiglio come fai a raccontare ora che Schlein è migliore? Oggi sono un competitor molto forte che hanno la possibilità di fare un lavoro molto insidioso per la Schlein”.