“Come rendere i parlamenti più sensibili sulle questioni di genere di qui al 2030”, l’intervento di Ascani

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BRUXELLES – La vice presidente della Camera dei deputati, Anna Ascani, ha partecipato oggi in videoconferenza all’incontro denominato “Come rendere i parlamenti più sensibili sulle questioni di genere di qui al 2030”. Qui di seguito l’intervento integrale della vice presidente Ascani.

“Ringrazio vivamente il Parlamento belga per aver promosso questo incontro, occasione preziosa per valutare in quale misura la parità di genere sia declinata nell’organizzazione di ciascuna delle nostre assemblee e di individuare le migliori pratiche in materia. 

La Camera dei deputati si è dotata progressivamente in diversi ambiti della sua attività di istituti volti a conciliare il mandato parlamentare con la maternità e la vita familiare, ad introdurre azioni positive per il personale, ad accrescere in Parlamento e nel dibattito pubblico la sensibilità e la conoscenza per le questioni di genere.

Ricordo anzitutto che sin dal 2011 le deputate in maternità, per i cinque mesi di astensione obbligatoria previsti dall’ordinamento generale, non subiscono la penalizzazione economica prevista in caso di assenza dalle sedute dell’Assemblea e delle Commissioni e sono considerate presenti ai fini del numero legale. Lo stesso trattamento si applica per i deputati che fruiscono del congedo di paternità obbligatorio.

Per quanto riguarda i lavori in commissione, dalla passata legislatura che è consentita la partecipazione a distanza tramite videoconferenza a tutte le sedute, formali ed informali, in cui non siano previste votazioni

In via generale, ricordo che il parlamentare che ne sia impossibilitato può farsi sostituire, per una intera seduta della Commissione di cui fa parte, da un collega dello stesso Gruppo; dal 2020, le deputate madri, che nel primo anno di vita del bambino debbano allontanarsi per l’allattamento, possono essere sostituite da altro deputato o deputata a dello stesso Gruppo anche più volte nel corso della stessa seduta.

A partire dalla scorsa legislatura sono state adottate, specifiche misure dirette a favorire la conciliazione tra l’attività di allattamento e la partecipazione ai lavori parlamentari, rendendo disponibile per l’allattamento, durante le sedute dell’Assemblea, un apposito spazio adiacente all’Aula. Dallo scorso novembre è consentito alle deputate di allattare nel corso dei lavori di Assemblea e Commissioni. Facoltà di cui si è avvalsa per la prima volta una collega deputata lo scorso 7 giugno.

Deputate e deputati hanno poi a disposizione uno spazio per l’accoglienza temporanea dei figli fino a 6 anni nonché, in convenzione con altre istituzioni, un servizio di asilo nido per i bambini fino a 3 anni.

Per quanto riguarda il linguaggio di genere, nel 2015, su indicazione della Presidenza della Camera, è stato previsto che nei resoconti degli organi parlamentari il richiamo ai titolari di carica sia effettuato in modo da garantire il rispetto dell’identità di genere, sempre che non sia stata manifestata una diversa volontà da parte dei soggetti interessati.

Nello stesso anno la Presidenza della Camera ha segnalato alle deputate e ai deputati l’opportunità che negli interventi in sedute dell’Assemblea e di altri organi della Camera le cariche e i ruoli istituzionali siano richiamati secondo il genere proprio della persona cui essi si riferiscono.

Venendo ai dipendenti e alle dipendenti della nostra Amministrazione, a partire dal 2000 è previsto che la Camera costituisca ad inizio di ogni legislatura un Comitato per le pari opportunità, composto da una rappresentanza delle deputate e delle dipendenti. Il Comitato ha il compito di promuovere condizioni di parità e di pari opportunità tra uomini e donne che prestano la propria attività lavorativa nelle sedi della Camera. In particolare, svolge funzioni di consulenza nei confronti dell’Ufficio di Presidenza, anche tramite la formulazione di proposte e pareri riguardanti, tra l’altro, l’organizzazione del lavoro, i percorsi professionali, gli orari di lavoro, l’istituzione di eventuali supporti e infrastrutture di sussidio, nonché di vigilanza e verifica circa le condizioni di lavoro nelle sedi della Camera e il rispetto della dignità, della sicurezza e della salute delle donne.

Inoltre, con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza, nel luglio 2017 sono stati approvati indirizzi generali in tema di azioni positive volte, tra l’altro, a valorizzare il ruolo delle donne presso l’Amministrazione della Camera, consolidare la cultura della parità di genere e diffondere l’attitudine a considerare la diversità di genere come una ricchezza per l’Amministrazione medesima.

Per quanto attiene alle iniziative di carattere culturale e di comunicazione, nel luglio 2016 è stata inaugurata alla Camera una Sala delle Donne, quale riconoscimento e tributo alle donne che hanno ricoperto per la prima volte cariche apicali nelle Istituzioni dopo la proclamazione della Repubblica. La Sala è inserita nei percorsi di visita di scuole ed altri soggetti a Palazzo Montecitorio.

La Camera, inoltre, promuove ed ospita numerosi convegni, seminari ed iniziative culturali, aperte alla partecipazione del pubblico, su questioni di genere, in particolare in occasione delle due principali ricorrenze internazionali annuali, la Giornata della donna l’8 marzo e la Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne il 25 novembre.

Voglio infine sottolineare come il Servizio Studi della Camera dalla scorsa legislatura svolga in via sperimentale un’analisi di impatto di genere sulle proposte di legge di iniziativa parlamentare, tenendo conto dei criteri e della metodologia utilizzati dai principali organismi internazionali e nazionali.

Questa innovazione permette agli organi parlamentari di verificare preventivamente in che modo un intervento normativo può incidere sulla parità tra uomini e donne e di calibrare pertanto le scelte politiche e legislative.

Quelle che ho richiamato sin qui brevemente sono acquisizioni importanti che attestano, anche sul piano simbolico, una crescente attenzione della nostra Assemblea per le pari opportunità. Ma non nascondo che molto resta da fare per promuovere il ruolo delle donne e per consolidare la cultura della parità alla Camera e, in generale, nelle Istituzioni italiane.

A questo riguardo voglio richiamare qualche dato: se per la prima volta l’Italia ha un Presidente del Consiglio donna, come sono donne le leader dei due principali partiti politici, nella legislatura in corso le colleghe elette in Parlamento sono circa il 33 per cento del totale, dato appena superiore alla media Ue ma nettamente inferiore al 35,7% della legislatura precedente.

Nessuna delle quattordici Commissioni permanenti della Camera è presieduta da una donna; al Senato lo sono solo due Commissioni su dieci. E solo il 25% dei Ministri in carica è donna. Questi dati denunciano un persistente ritardo culturale in seno a buona parte delle forze politiche. Ritardo che non può essere certo superato attraverso le disposizioni in favore della rappresentanza di genere già previste nella legislazione elettorale.

Occorre invece adoperarsi per affermare una maggiore consapevolezza, da parte di tutti, che la diversità di genere non è soltanto un valore e un principio – previsto da Costituzione, Trattati europei e Agenda 2030 delle Nazioni Unite – ma una ricchezza per la vita politica ed istituzionale di un Paese. Sono certa che portare questi temi a livello europeo e condividere esperienze e soluzioni, attraverso regolari occasioni di dialogo come quella odierna, possa offrire un contributo importante in questa direzione”.