Consiglio europeo, deficit, Recovery Fund: il punto di Mario Monti

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L’ex premier a Tv2000: “Misure Consiglio europeo positive. Guai se Italia si abitua a questi livelli di deficit e debito perché metterebbe a rischio future generazioni”

mario montiROMA – “Ognuno vorrebbe sempre che la solidarietà a proprio beneficio fosse maggiore, se teniamo conto che l’Europa non è nata storicamente per dare solidarietà agli uni e agli altri, ma per mettere insieme i Paesi, e adesso viene caricata da questa funzione in questo momento necessaria, sacrosanta, ma un po’ nuova per l’Europa, mi sembra che stia reagendo positivamente”. Lo ha detto l’ex premier, Mario Monti, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando il vertice del Consiglio europeo e le misure economiche che l’Europa sta decidendo di adottare per fronteggiare l’emergenza coronavirus.

L’Europa, ha aggiunto Monti, sta reagendo “certamente più positivamente e anche più velocemente di quanto i sovranisti italiani ritengano e continuamente dichiarino”.

Le misure del Consiglio europeo, ha proseguito Monti a Tv2000, “nel complesso secondo me vanno accolte bene perché mettono in moto tutti gli strumenti di cui l’ Unione europea oggi può disporre compreso qualche strumento nuovo da creare. Abbiamo visto nel giro di qualche settimana intervenire la Banca centrale europea, la Commissione, la Banca europea per gli investimenti, e adesso attirare l’attenzione con il consenso di tutti sul fatto che occorre un bilancio per l’Ue più grande, meglio dotato anche perché lì dentro possa nascere un fondo per la ripresa, il Recovery Fund. La mia valutazione è positiva, molto dipenderà poi dalla precisa concretizzazione dell’accordo prima e messa in opera dopo. Purtroppo i tempi non saranno brevissimi per alcune cose, per altre come gli interventi della Bce invece quelli sono già in corso”.

“Guai adesso se in Italia, l’ opinione pubblica ed il mondo politico – ha concluso Monti a Tv2000 – si abituassero a considerare normali questi nuovi livelli, che viceversa sono eccezionali, di deficit e del debito, e poi passata questa emergenza si assestassero sull’idea che sempre si possa avere questa enormità di disavanzo e di debito. Europa o non europa un maggior debito al quale non faccia fronte un maggior investimento produttivo per il futuro significa semplicemente mettere pesi sulle spalle delle generazioni future e quindi violare palesemente l’equità tra le generazioni che come anche l’insegnamento della dottrina cattolica ci mostra è uno degli aspetti più importanti e più trascurati della solidarietà”.