Per movimenti secondari di migranti di fatto si intende la circolazione di chi sbarca sulle coste europee tra i Paesi membri Ue. Secondo quanto previsto dal regolamento di Dublino, se un richiedente asilo, la cui pratica non è stata ancora espletata, abbandona il Paese di primo approdo per recarsi un altro Stato membro europeo, quest’ultimo può “ricollocarlo” nel Paese dove era sbarcato. Conte, nel corsoi dell’incontro con Tusk, si sarebbe soffermato su questo punto, sottolineando l’indisponibilità dell’Italia alla cosiddetta “seconda accoglienza”: posizione, questa, che il governo poterà anche al vertice di domenica a Bruxelles tra 8 Paesi Ue, tra i quali Germania, Francia e appunto Italia.
“Oggi ho avuto con il Presidente Tusk un incontro molto utile. Gli ho anticipato che al pre-vertice di Bruxelles non sono disponibile a discutere dei “secondary movements” senza prima aver affrontato l’emergenza dei “primary movements” che l’Italia si ritrova ad affrontare da sola”, scrive il premier su Twitter in merito alla posizione italiana sulla prima e seconda accoglienza dei migranti sottolineata nel vertice con il presidente del consiglio europeo.
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