“Non possiamo riempirci ogni giorno la bocca di parole come ‘giovani’, ‘futuro’, ‘speranza’ e poi non intervenire in maniera decisa su un nodo cruciale come questo”, aggiunge Conte. “Togliere il ricatto della precarietà dalle loro vite e da quelle di tante altre eccellenze italiane è un dovere morale per l’intera classe dirigente italiana. Non c’è motivo valido per lasciare nel limbo della precarietà neanche uno di loro. È un atto dovuto non solo verso quelle lavoratrici e lavoratori a cui tutti noi dobbiamo molto, ma anche all’intero Paese che attende segnali come questo per guardare al domani con rinnovata fiducia”.
L’ex premier lancia poi un appello a Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr: “Stabilizzazione, senza nessuna esitazione. La Presidente del Cnr è una stimata fisica, oltre ad aver ricoperto anche la carica di Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: sono certo che anche lei avverte fortemente la giustezza di questa causa. Investire nella ricerca è una prerogativa irrinunciabile per l’Italia e gli ultimi due anni di pandemia hanno ribadito l’importanza di questo investimento a livello globale. Ricerca significa sviluppo sociale ed economico, progresso, tutela della salute di tutta l’umanità. Se non la si finanzia, muore la speranza di un Paese migliore”.
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