“Tenuto conto dell’ampiezza e della ramificazione del fenomeno – prosegue la nota – appaiono meritevoli ma insufficienti singole azioni, come l’inasprimento delle sanzioni. E’ necessaria una strategia a 360 gradi, che assicuri la certezza delle pene e comprenda dal coordinamento dei controlli, anche a livello internazionale, all’utilizzo di strumenti innovativi che favoriscano la tracciabilità senza appesantire il carico burocratico delle imprese, soprattutto di artigiani e piccole imprese”.
“Di fronte ai componenti della commissione Giustizia della Camera – sottolinea il comunicato – CNA ha segnalato la necessità che il sistema di tracciabilità e di etichettatura tenga conto della dimensione dell’impresa e delle caratteristiche dei prodotti. CNA ritiene, inoltre, che vada migliorata la proposta di istituire un marchio “100 per 100 Made in Italy”: deve tenere conto del bisogno che hanno le imprese di approvvigionarsi di materie prime irreperibili in Italia. Da ultimo – conclude la nota – CNA ha evidenziato l’esigenza di agire in sintonia con l’Unione europea, chiamata a definire un quadro regolatore più stringente in tema di tracciabilità dell’origine dei prodotti, il cosiddetto Made in”.
L'Opinionista® © 2008-2023 Giornale Online
Testata Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
Pubblicità e servizi - Collaborazioni - Contatti - Redazione - Network -
Notizie del giorno -
Partners - App - RSS - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter - Instagram - LinkedIN - Youtube