Emergenza sanitaria, peste suina in Piemonte e Liguria

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suini scuri

Coldiretti: “Necessaria la nomina di un commissario per un efficace coordinamento delle misure di controllo e di intervento”

TORINO ‒ Due nuovi casi sospetti di Peste Suina Africana (Psa) sono stati individuati su cinghiali dall’Istituto Zooprofilattico Piemonte Liguria e Valle d’Aosta a Fraconalto (Alessandria) e Isola del Cantone (Genova). All’inizio della prossima settimana il Centro di Referenza Nazionale per le pesti suine dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche darà conferma della diagnosi.

Nonostante non sia trasmissibile all’essere umano, la peste suina è uno dei più gravi morbi che possano colpire la zootecnia e ha una rapidità di trasmissione altissima. Più volte Coldiretti ha denunciato la mancanza di un’adeguata prevenzione di questa malattia ad alta letalità: i rischi della diffusione della Psa sono legati anche alla moltiplicazione dei cinghiali che stanno invadendo da anni le città italiane. E per confinare ed eradicare la malattia Coldiretti chiede urgentemente la nomina di un commissario che coordini l’attività dei prefetti e delle forze dell’ordine.

L’individuazione, la prevenzione e la segnalazione sono essenziali per contenere questo virus che ha già provocato gravi perdite economiche in molti Paesi. La peste suina può infatti avere conseguenze sul commercio delle carni suine italiane: i Paesi che non riconoscono il principio di regionalizzazione possono decidere di vietare l’importazione di tutti i prodotti suini dell’intero Paese in cui la Psa si è manifestata.

Ciò che desta preoccupazione è tra l’altro la capacità del virus di effettuare ‘salti geografici’, attraverso materiali e mezzi contaminati veicolati dagli esseri umani, con la conseguenza che la malattia si può sviluppare anche in zone distanti chilometri da quelle infette.