“Epifania tutte le feste si porta via“, “La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte…”. Ma qual è il significato di questa festa, e da dove arriva la figura della Befana?
Per molte culture pre-cristiane la dodicesima notte dopo il 25 dicembre era quella di passaggio tra i festeggiamenti per la fine dell’inverno e quelli propiziatori al ritorno della primavera. Oggi è la festa cristiana che celebra la rivelazione di Dio agli uomini nel suo Figlio, il Cristo ai Magi: il termine Epifania deriva infatti dal greco antico, verbo ἐπιφαίνω, epifàino, che significa “mi rendo manifesto”. Una leggenda associa i Re Magi a una vecchietta da loro incontrata per strada, alla quale chiesero indicazioni e alla quale, in segno di ricompensa, proposero di unirsi per andare a vedere il Grande Re. Lei rifiuto. Successivamente, pentita per aver perso una occasione, riempì un sacco con doni e dolciumi e cominciò a girare di casa in casa, elargendo i suoi piccoli regali ai bambini, sperando fra loro di trovare il Bambino Gesù. Da qui la figura della Befana, la simpatica vecchina amata dai bambini perché porta doni, caramelle, dolciumi e anche un po’ di carbone (dolce) ai bimbi che nel corso dell’anno non si sono comportati nel più rigoroso dei modi.
In Italia, la festa, abolita nel 1978 e reintrodotta nel calendario religioso e civile dal 1985, dà luogo a fiere, feste, concerti, discese della Befana da torri e campanili e a falò tradizionali in quanto l’atto di bruciare la vecchina è visto come un segno di benvenuto all’anno nuovo. Sotto le cappe di camini e stufe si mettono calze vuote affinchè la Befana, dopo essersi aggirata sui tetti, possa riempirle di doni e dolci. In alcuni paesi di Toscana, Friuli e Trentino, alcuni giovani (Befani) vanno per le case travestiti da Befana, con il volto tinto di nero, chiedendo a tutti qualche dolce da distribuire ai bambini.
E all’estero? In Francia l’Epifania viene festeggiata la prima domenica di gennaio; per l’occasione si cucina un dolce all’interno del quale inserisce una fava: chi la troverà nella propria porzione avrà fortuna per tutto l’anno. In Germania i giovani, travestiti da Magi, vanno di casa in casa a cantare i canti tipici e chiedono donazioni.; tradizione simile anche in Ungheria dove, anzichè cantare, viene portato un presepe. In Romania i bambini bussano alle porte per chiedere se possono entrare per raccontare delle storie e, di solito, come compenso ricevono qualche spicciolo. In Spagna i più piccoli si svegliano presto e corrono a vedere i regali portati dai Re Magi; il giorno precedente mettono davanti alla porta un bicchier d’acqua per i cammelli assetati. In Russia, il 6 gennaio, la chiesa ortodossa celebra il Natale e, secondo la leggenda, i regali vengono portati da Padre Gelo accompagnato da Babuschka, una simpatica vecchietta.
Non potevamo congedarci senza prima parlare di come in Italia si festeggia l’Epifana a tavola. In Piemonte è tipica la Fugassa d’la Befana; in Toscana si preparano i cavallucci di Siena; in Veneto la pinsa, specie di pizza di polenta fatta con farina di mais e frutta secca; in Lombardia i cammelli di pasta sfoglia ricoperti di zucchero. In Liguria si degustano gli anicini, nelle Marche le pecorelle, dolcetti di pasta sfoglia di svariate forme e farciti con marmellata, frutta secca, noci tritate o fichi secchi. In Abruzzo si consumano i pepatelli, in Campania si preparano la prima pastiera dell’anno e gli stuffoli; in Puglia i purcidduzzi salentini e le cartellate baresi.
Buona Epifania a tutti!
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