Bonito, talentuoso regista alla sua terza opera, traduce con grande efficacia nel linguaggio cinematografico la storia di un’adolescente che viene inspiegabilmente tolta alla famiglia affidataria, che l’ha cresciuta amorevolmente in città per tredici anni, e catapultata in un mondo rurale ed arcaico, presso quella che è la sua famiglia d’origine, ai suoi occhi sconosciuta, fredda e distante. Il film tocca con delicatezza i temi dell’affido, dell’inclusione, dell’emancipazione attraverso lo studio, della forza che hanno le persone tra loro opposte, ma che cercano di incontrarsi. Come faranno la protagonista e la sorellina Adriana, traendo forza reciproca. È la forza che deriva dall’affidarsi l’uno all’altro, una vicinanza umana frutto dell’inclusione, della solidarietà, della tutela delle diversità.
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