Nelle cinque parti, in cui si articola, il saggio tratta il tema da angolazioni peculiari, spesso sorprendenti per un giovane, che si professa un inguaribile “solitario”, un “vero ignorante” addirittura, incapace di sapere e comprendere cosa convenga “ai bisogni o gusti presenti” e con scarse cognizioni di quanto avviene intorno a lui per carenza di mezzi di informazione.
Un quadro davvero disarmante, quello che del Male italiano (fatto principalmente, di cinismo e mancanza di “costumi”, di moralità) traccia Leopardi nel Discorso, tale da farci porre delle domande, almeno due, fondamentali: fino a che punto gli Italiani sono davvero così come il Poeta li ha dipinti? E soprattutto, ieri come oggi, cosa c’è di peculiare, da evidenziare e se mai da salvare, nel loro atteggiamento di fronte alla realtà?
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