Ma oltre al valore ‘politico’ di questo elenco c’è anche una aspetto economico di grande impatto: infatti nel documento del governo si sottolinea che le controparti russe – pubbliche o private – “che hanno obbligazioni in valuta estera nei confronti di creditori stranieri dall’elenco dei paesi ostili potranno pagarli in rubli”. In pratica i bond emessi dallo stato russo o da una qualsiasi istituzione pubblica o privata potrebbero perdere di valore, dal momento che nessuna controparte internazionale accetterebbe di essere saldata in una valuta il cui valore sta precipitando in maniera verticale. “La nuova procedura temporanea si applica ai pagamenti superiori a 10 milioni di rubli al mese (o un importo simile in valuta estera)”, conclude la nota.
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