Il paziente al centro

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farmacia anticaSecondo l’Organizzazione mondiale della Sanità massimizzare l’efficacia degli interventi finalizzati ad aumentare la “compliance” (ovvero l’aderenza alla terapia farmacologica da parte del paziente) può avere un impatto di gran lunga maggiore sulla salute delle popolazioni di qualunque altro progresso terapeutico.

Al tempo stesso il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Walter Ricciardi, non molto tempo fa ha sottolineato come la corretta aderenza alla terapia sia anche un passaggio fondamentale per ridurre significativamente gli sprechi, abbattendo i costi sostenuti dal Ssn e dal paziente per ricoveri e interventi ospedalieri.

Un alleato fondamentale di questo processo può e deve essere la farmacia, chiamata oggi a schierarsi in prima linea nel percorso di gestione del malato e soprattutto del malato cronico, che deve essere monitorato e guidato continuativamente nella terapia farmacologica. Il Piano nazionale delle cronicità dedica un capitolo specifico alle farmacie, con l’obiettivo di promuovere il coinvolgimento nell’attività di educazione sanitaria e prevenzione primaria e secondaria e per l’aderenza alla terapia, secondo protocolli condivisi con specialisti e medici di medicina generale.

Diverse esperienze, estere e nazionali, hanno certificato infatti che un intervento strutturato del farmacista migliora le cure e ottimizza l’impiego delle risorse.

Nel nostro Paese risale già al 2015 la sperimentazione I-Mur (“Medicine Use Rewiew”) sull’asma, una patologia circa il 7% della popolazione italiana: lo studio pilota ha palesato come dopo l’intervento del farmacista, la percentuale totale dei pazienti con asma controllata è aumentata dal 43,7% al 54,4% con un incremento percentuale del 25% e un risparmio tra 87 e 297 euro per paziente all’anno.

Un dato che per le casse del Sistema Sanitario Nazionale si traduce in una riduzione di costi che può oscillare tra gli 82 ed i 270 milioni di euro. Quando si parla di “Farmacia dei servizi” bisogna guardare soprattutto a questo.

Federfarma, per fare un esempio, sta lavorando in modo esemplare in Emilia-Romagna per dare contenuti concreti a questo modello.

Si sta tracciando un percorso che possa portare alla valorizzazione della farmacia come presidio sanitario integrato, che opera per garantire l’aderenza alla terapia e il monitoraggio dei pazienti cronici in stretta sinergia con le strutture ospedaliere e i medici di medicina generale.

Perchè il sistema funzioni è infatti fondamentale costruire sinergie che mettano al centro il paziente.