“La Divina Sarah”: Lucrezia Lante Della Rovere e Stefano Santospago rivivono l’epopea della grande Sarah Bernhardt

76

ROMA – Lucrezia Lante Della Rovere (foto) e Stefano Santospago fanno rivivere la grande Sarah Bernhardt sul palcoscenico in teatro: “La Divina Sarah” è il testo di Eric-Emmanuel Schmitt ispirato a «Memoir» di John Murrell. Nel diciannovesimo secolo, una famigerata attrice francese, divenne nota come “The Divine Sarah”. Questa donna potrebbe senza dubbio essere definita una celebrità: “Sarah Bernhardt, The First Artist Superstar”.

Ma era più di una semplice “superstar”: era un essere incredibile, un’anima meravigliosa. Sarah Bernhardt nacque in Francia nel 1844, figlia illegittima di una cortigiana, Henriette-Rosine Bernard, battezzata, era destinata a condurre una vita normale. Il suo progetto originale di essere una suora, non era il percorso che sua madre, importante cortigiana parigina, immaginava per lei, ma Sarah, con il sostegno dei suoi mecenati, divenne un’attrice.

“Divina” agli occhi di Oscar Wilde, “Voce d’oro” per Victor Hugo, “mostro sacro” del teatro francese per usare l’espressione scelta da Sacha Guitry, la grande Sarah Bernhardt ispira “Memoir” al drammaturgo John Murrell, da cui è tratto il testo di Eric-Emmanuel Schmitt. La bellezza di questo testo è dovuta alla particolare impressione di assistere a un momento raro: il crepuscolo fiammeggiante di uno dei più grandi artisti sulla scena e l’esposizione di una donna eccezionale che ha segnato il suo tempo. Una sorta di Viale del tramonto, di momento irripetibile, delicatissimo e unico.

In questa edizione, Lucrezia Lante Della Rovere e Stefano Santospago interpretano magistralmente i due ruoli in un continuo gioco di specchi, di divertissement, di rimandi reciproci, di giochi metateatrali godibilissimi, interrogandosi sulla funzione dell’Artista e sulla necessità del Teatro oggi, nella nostra società post pandemica.