LECCE – La Polizia ha concluso una ulteriore fase del progetto denominato “Alto impatto – freedom” contro il caporalato, che ha visto impegnata anche la Questura di Lecce.
Il Questore di Lecce ha pianificato un’attività di contrasto al fenomeno del “caporalato” nelle campagne di Nardò, da sempre coinvolte in questo fenomeno e dalle quali nacque la denuncia del cittadino extracomunitario Ivan Sagnè, divenuto poi il leader della protesta che ebbe risalto anche in campo nazionale.
Il 21 luglio scorso sono scesi in campo i poliziotti del Commissariato di Nardò, della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica, nonché uffici di altre amministrazioni, come l’Ispettorato Territoriale del Lavoro e lo SPESAL.
Nel corso dell’operazione è stata accertata l’inosservanza delle norme contributivo-previdenziali e di sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché, in alcuni casi, dell’illecita attività di intermediazione tra la domanda e l’offerta, compiuta dai cosiddetti “caporali”.
Nello specifico sono state identificate 31 persone intente a lavorare nei campi e sottoposte a controllo amministrativo 2 aziende agricole del posto, che occupano lavoratori extracomunitari nella raccolta delle angurie e dei pomodori.
Tutti i lavoratori identificati alloggiano presso una masseria di Nardò da anni luogo di ritrovo di cittadini extracomunitari impiegati nel lavoro stagionale di raccolto di prodotti ortofrutticoli.
Attualmente all’interno della masseria insiste una tendopoli, permanentemente occupata dai suddetti cittadini, a cui vengono somministrati pasti caldi e a cui viene offerto un servizio di prevenzione gratuito da parte della locale ASL.
Tutti i lavoratori extracomunitari identificati sono risultati essere in regola con le norme che ne disciplinano la permanenza sul territorio nazionale ed erano titolari di un contratto di lavoro a tempo determinato, della durata di cinquanta giorni.
L’escussione di alcuni di essi ha evidenziato che sono stati “reclutati” direttamente dai datori di lavoro presso la Masseria BONCURI e che tutti sarebbero stati retribuiti al termine del contratto con la somma di 5 euro per ogni cassone di pomodori riempito.
Nei confronti delle Ditte oggetto di controllo non sono stati rilevati inadempimenti relativi alle norme che disciplinano la sicurezza sui luoghi di lavoro, né si sono evidenziati gli indicatori di sfruttamento previsti dall’art. 603 bis c.p._
Il personale del Servizio SPESAL ha invitato i titolari delle due Ditte a produrre successiva documentazione, quale il documento di valutazione dei rischi e la nomina del responsabile del servizio di prevenzione e repressione.
Gli Ispettori del Lavoro si sono riservati di valutare, al termine del contratto di lavoro, la corrispondenza tra le effettive presenze dei lavoratori e le giornate lavorative comunicate dalle Aziende.