Lorenzin: “L’Italia avrebbe dovuto firmare il trattato pandemico perché ha contribuito a scriverlo”

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ROMA – “L’Italia avrebbe dovuto firmare il trattato perché ha contribuito a scriverlo. Questo trattato prende tutta l’esperienza accumulata, anche quella negativa di questi ultimi anni. In un’ottica di salute globale, ci mette in grado non di trovare la soluzione perfetta, che purtroppo non c’è, ma di avere gli strumenti – quando ci troviamo davanti a un virus sconosciuto – che ci consentono di agire in modo globale”. Lo ha affermato la vicepresidente del gruppo del Partito Democratico al Senato, Beatrice Lorenzin, nel corso della trasmissione radiofonica “Giù la maschera” (Radio 1 Rai), condotta da Marcello Foa e dedicata al tema “Nuovo trattato pandemico: cosa cambia per l’Italia?”.

“A un’emergenza biologia bisogna dare una risposta che non sia ideologica”, ha detto Beatrice Lorenzin, “Il trattato non lede la sovranità nazionale e la possibilità per i singoli paesi di fare scelte diverse. Però cerca di trovare soluzioni rispetto a quello che abbiamo vissute. Una per tutte condividere le scoperte sugli agenti patogeni. Nel momento in cui uno fa una scoperta non te la tieni, ma la condividi con gli altri paesi per metterla a disposizione della comunità scientifica per trovare un vaccino o una soluzione. Vorrei ricordare Ebola. Se non fossimo intervenuti a livello internazionale, non solo con OMS, ma anche con i singoli Stati, non saremmo riusciti a fermare un’epidemia che era una cosa agghiacciante”.