Quella di ieri “è stata una riunione molto tecnica, di metodo: bisogna evitare che i decreti in arrivo rallentino il percorso della legge di bilancio”, hanno riferito all’Adnkronos fonti di maggioranza al termine dell’incontro. Per questo, sottolineano le stesse fonti, è stato deciso di contingentare gli emendamenti segnalati, che saranno circa 400, e di fissare un coordinamento dei capigruppo di maggioranza: la prossima settimana, infatti, è previsto un nuovo vertice di maggioranza con Meloni. In Commissione Bilancio dovrebbe essere audito a breve il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Tutti i partecipanti alla riunione hanno dato il senso dell’urgenza. “C’è piena coesione della maggioranza e convergenza sui temi, l’esercizio provvisorio sarebbe una sciagura e noi non vogliamo correre questo rischio, essendoci tempi molto brevi”, ha affermato Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera, uscendo da Palazzo Chigi. “I tempi sono quelli che sono – ha spiegato – e tutti siamo d’accordo su una autolimitazione auspicabile” degli emendamenti.
Il capogruppo azzurro a Montecitorio Alessandro Cattaneo ha parlato di “clima costruttivo” e a chi gli chiedeva di un possibile contingentamento degli emendamenti da presentare alla manovra, ha risposto: “Gli emendamenti non si contano ma si pesano”. Dello stesso tenore le parole della collega senatrice Licia Ronzulli, la quale però nega che dalla premier sia arrivata una richiesta per ridurre il numero degli emendamenti e annuncia che le proposte di modifica di Forza Italia verteranno “sulla decontribuzione delle assunzioni dei giovani e sulle pensioni”.
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