Del resto l’Italia ha come principale fornitore l’Algeria, che sostiene Hamas, e anche se Roma ha avuto “rassicurazioni” informali sulla stabilità del flusso, non è possibile escludere a priori ripercussioni. Dunque va consolidato il rapporto con Paesi come Congo e Mozambico, che con i vasti giacimenti scoperti nel nord del Paese ha “un’enorme possibilità”, pur dovendo fare i conti con le difficoltà create dal terrorismo interno. Su questo c’è collaborazione con il governo di Maputo, nella consapevolezza che “stabilità e pace sono alla base di qualsiasi sviluppo strategico”. Anche Nyusi ha sottolineato che sull’energia “possiamo fare di più e molto meglio” nella partnership tra i due Paesi.
La collaborazione può crescere anche nell’agricoltura, su cui l’Italia può fornire “il know how e la tecnologia che possono aiutare le aziende” a crescere. Altro terreno di cooperazione è il turismo – lei stessa, confessa, anni fa è stata in vacanza in Mozambico – su cui c’è “un potenziale incredibile e straordinario e siamo pronti a lavorare insieme”. Parlando in Congo, Meloni ha ribadito che “la cooperazione non ha nulla a che fare con un approccio paternalistico e predatorio, il modello che l’Italia sta cercando di portare avanti e allargare” è rappresentato da “imprese che hanno investito ponendo al centro il proprio lavoro ma anche la crescita della terra in cui operavano”. Ad esempio per quanto riguarda Eni, “le esportazioni di gas riguardano solo l’esubero non necessario alla popolazione locale”.
Inoltre “l’Eni contemporaneamente porta avanti attività sociali. Esattamente il modello di partenariato che intendiamo rafforzare e che si può aprire in molti altri settori che vorremmo esportare negli altri paesi Africani e un po’ anche nell’Ue. Bisogna legare i propri destini e crescere insieme”. Prossimo passo della strategia italiana per un nuovo rapporto con l’Africa è la presentazione del ‘Piano Mattei’, slittata da novembre agli inizi del prossimo anno, “per capire meglio il quadro della situazione internazionale”. L’obiettivo e la “novità” rispetto al passato – ha concluso Meloni – è “scriverlo insieme” ai Paesi africani, per “capire quali sono le priorità”, sulla base della convinzione di fondo che “l’Africa non va aiutata con la carità ma va sostenuta con le ricchezze che ha”.
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