Morti sul lavoro, Luzzi: “Non servono dichiarazioni ma azioni”

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ROMA – “Oltre mille morti l’anno sul lavoro e almeno 7mila decessi causati dalle conseguenze delle condizioni di lavoro sono dati che disegnano un’emergenza che deve essere in testa all’agenda politica: il non basta il cordoglio dopo le stragi e gli incidenti, ma non servono dichiarazioni ma azioni”. E’ quanto afferma il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Alfonso Luzzi, alla vigilia dell’appuntamento “Fermare le morti bianche”, in programma sabato 13 aprile, dalle 9, al circolo MCL “Don Minzoni di Calenzano (Firenze).

Il Movimento Cristiano Lavoratori da tempo evidenzia quanto le istituzioni, le imprese e i sindacati devono dare priorità alla sicurezza sul lavoro. “Tra i soggetti che possono dare il sostegno maggiore sicuramente c’è l’Inail”, spiega Alfonso Luzzi, “che è un istituto di eccellenza nell’ambito della pubblica amministrazione italiana, e che chiude ogni anno il proprio bilancio con importanti avanzi d’esercizio. Per cui fatti salvi gli obblighi nei confronti dei propri assicurati, parte degli utili potrebbero essere utilizzati per finanziare maggiormente il sistema della sicurezza. Un modo potrebbe essere quello di aumentare le risorse che annualmente l’istituto destina al bando Isi per il finanziamento a fondo perduto per il rimborso delle spese che le aziende sostengono per la sicurezza. Oggi, infatti, poco più del 20% delle aziende che partecipano al bando riesce ad accedervi”.