Da operaio a studente, da contadino a sacerdote introverso, Belmondo si dimostrò un attore di straordinaria versatilità. In ‘Cartouche’ (1962) di Phllippe de Broca interpretò una sorta di Robin Hood alla francese, e con lo stesso regista bissò, e anzi superò questo successo con il film avventuroso-satirico ‘L’uomo di Rio’ (1963). Pur essendo scettico nei confronti del cinema impegnato, Belmondo accettò ugualmente di lavorare con registi difficili che lo avevano visto nascere cinematograficamente: interpretò ‘Il bandito delle 11’ di Godard, ‘Il ladro di Parigi’ (1967) di Malle, ‘La mia droga si chiama Julie’ (1969) di Truffaut, ‘Trappola per un lupo’ (1972) di Chabrol e ‘Stavisky’ (1974) di Resnais.
‘La ciociara’ (1960) con Sophia Loren, ‘La donna è donna’ (1961), ‘Lo spione’ (1962), ‘Caccia al maschio’ (1964), ‘Borsalino’ (1970), ‘Il clan dei marsigliesi’ (1972) e ‘L’incorreggibile’ (1975) sono tutte pellicole che gli procurarono grande popolarità fra il pubblico e riconoscimenti importanti dalle autorità, come il Cèsar per ‘Una vita non basta’ (1988) e la Legion d’Onore. Tra i suoi ultimi lavori figura ‘Amazzonia’ (2000), la storia di un francese che invecchia e decide di ritirarsi dove è più fitta la foresta amazzonica.
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