Omicidio Yuriy Kerpatenko, Calenda: “Non c’è pace senza libertà”

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ROMA – “Giuseppe Conte, quando chiedi di disarmare gli ucraini pensa alla tragica fine del direttore della Filarmonica di Kherson, Yuriy Kerpatenko. È stato ucciso perché si è rifiutato di suonare per i russi. Disarmandoli li condanni a subire quello che è accaduto a lui. Non c’è pace senza libertà. E non puoi imporre la schiavitù ai popoli che non la accettano”.

Lo afferma sulla sua pagina Facebook il leader di Azione, Carlo Calenda.