Onu: “Tutti i profughi di guerra vanno accolti, non solo gli ucraini”

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L’accoglienza umana dei richiedenti asilo non deve essere un’eccezione, ma una regola: gli Stati devono riservare lo stesso trattamento anche agli altri rifugiati, non solo alle vittime del conflitto ucraino

GINEVRA ‒ Lo slancio di solidarietà verso i i profughi ucraini che si sta manifestando in questi giorni in tutta Europa stride con il trattamento riservato ad altri migranti, e questo non può essere accettato. È la dichiarazione fatta dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Michelle Bachelet.

“Sono incoraggiata dall’accoglienza riservata da molti governi e comunità alle persone in fuga dall’Ucraina, inclusa la decisione unanime degli Stati membri dell’Unione europea di attivare la protezione temporanea, e il permesso di soggiorno, in tutta l’Ue”, ha spiegato Bachelet in un intervento al Consiglio Onu per i diritti umani . “Tuttavia tale atteggiamento contrasta nettamente con il trattamento dei migranti provenienti da altri paesi ai confini europei e in altre parti del mondo”.

Profughi, richiedenti asilo, rifugiati. Le migrazioni obbligate, i viaggi di coloro che non possono restare nel proprio paese a causa di guerre o di altre gravi emergenze, sono un fenomeno con cui i paesi occidentali sono chiamati a confrontarsi sempre più spesso in questi ultimi decenni. E gradualmente il tema è entrato sempre più nella dialettica politica, subendo a volte una polarizzazione soprattutto a fini elettorali.

Le migrazioni generano spesso timore o diffidenza, e le politiche d’asilo dei paesi occidentali non sempre riescono a dare la risposta più equa al problema dei flussi: a volte, soprattutto in periodi di crisi economico-sociale, prevale la politica di chiusura e di riaffermazione dei confini nazionali.

Bachelet rileva come l’approccio umano mostrato verso gli ucraini risulti essere un’eccezione, mentre dovrebbe essere la regola. “È essenziale che tutti gli Stati rispettino i propri obblighi nei confronti di tutti i migranti, indipendentemente dal colore della loro pelle, nazionalità o religione”.

E il commissario riporta “uno degli esempi più crudi dell’impatto letale di tali politiche: l’anno scorso più di 2000 migranti sono morti o sono scomparsi nel Mediterraneo, portando il totale dal 2017 ad oltre 10.000. Questa tragica perdita non è inevitabile”.

Bachelet invita quindi gli Stati a “cessare le azioni che criminalizzano o ostacolano il lavoro delle organizzazioni umanitarie che forniscono assistenza ai migranti”.

La solidarietà manifestata dall’Europa verso i migranti ucraini è “una luce in una situazione disperatamente triste”.