“Di fronte alle varie forme di disprezzo e razzismo, di fronte al fraintendimento indifferente e alla violenza sacrilega, la Parola di Dio ci ammonisce: ‘Imparate a fare il bene, cercate la giustizia’. Non basta infatti – ha poi sottolineato Francesco – denunciare, occorre anche rinunciare al male, passare dal male al bene. Ecco che l’ammonimento è volto al nostro cambiamento”. Francesco ha quindi chiesto un “cambio di prospettiva”, abbandonando ogni “violenza sacrilega”.
“Possiamo immaginare con quanta sofferenza”, ha aggiunto nel suo discorso, Dio “debba assistere a guerre e azioni violente intraprese da chi si professa cristiano. Viene in mente quell’episodio in cui un santo protestò contro l’efferatezza del re andando da lui in Quaresima a offrirgli della carne; quando il sovrano, in nome della sua religiosità, rifiutò sdegnato, l’uomo di Dio gli chiese perché avesse scrupoli a mangiare carne animale mentre non esitava a mettere a morte dei figli di Dio. Fratelli e sorelle, questo ammonimento del Signore ci fa tanto pensare, come cristiani e come Confessioni cristiane. Vorrei ribadire che oggi, con lo sviluppo della spiritualità e della teologia, non abbiamo scuse. Tuttavia, ci sono ancora coloro – ha affermato il Papa – che ritengono di sentirsi incoraggiati o almeno autorizzati dalla loro fede a sostenere varie forme di nazionalismo chiuso e violento, atteggiamenti xenofobi, disprezzo e persino maltrattamenti verso coloro che sono diversi. La fede, con l’umanesimo che ispira, deve mantenere vivo un senso critico davanti a queste tendenze e aiutare a reagire rapidamente quando cominciano a insinuarsi”.
“Che bello aprirci insieme, nel segno della grazia dello Spirito, a questo cambiamento di prospettiva, riscoprendo che tutti i fedeli sparsi per il mondo sono in comunione con gli altri nello Spirito Santo”, ha aggiunto il Pontefice. Quindi, esprimendo gratitudine ai “tanti cristiani di varie comunità e tradizioni” che stanno “accompagnando con partecipazione e interesse, il percorso sinodale della Chiesa cattolica, che auspico sempre più ecumenico”. Ma “non dimentichiamo che camminare insieme e riconoscerci in comunione gli uni con gli altri nello Spirito Santo – ha concluso Papa Francesco – comporta un cambiamento, una crescita che può avvenire solo, come scriveva Benedetto XVI, ‘a partire dall’intimo incontro con Dio, un incontro che è diventato comunione di volontà arrivando fino a toccare il sentimento. Allora imparo a guardare quest’altra persona non più soltanto con i miei occhi e con i miei sentimenti, ma secondo la prospettiva di Gesù Cristo. Il suo amico è mio amico’”.
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