Il popolo gipsy: come essere felici con poche pretese

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festa-gitanaSi scoprono notevoli similitudini con la cultura contadina dei primi anni del secolo scorso: ad esempio, le persone appartenenti al mondo gipsy si tramandano principi e modus operandi “oralmente”; le donne si sposano giovanissime, non lavorano fuori casa come avveniva in alcuni paesini del sud Italia e non possono “consumare” prima della celebrazione delle nozze oltre al fatto che non è ammesso il divorzio. I gipsy, fondamentalmente, sono persone girovaghe che credono nella ricerca della felicità vivendo la loro vita con poche pretese.

Il giorno più bello…..quello del matrimonio

Non mancano sfarzosità negli abiti realizzati da sapienti mani sartoriali con perline, chiffon, paillettes, balze, pizzi, diademi, tulles, code chilometriche, luci sfavillanti; il tutto allietato da limousine, carrozze con cavalli “lustrati a puntino” oltre alle numerose damigelle (che accompagnano la sposa) in abiti coloratissimi quali rosa, fucsia, celeste e chi più ne ha più ne metta (uno degli abiti salito agli onori della cronaca è quello di una sposa gipsy che pesava “solo” 95 kg. oppure quello in oro da 200 mila euro). La festa comincia il mattino in chiesa e, dopo il rito, si continua nel ristorante dove si festeggia fino a notte inoltrata tra danze e abbuffate culinarie varie.

Un pò di numeri…..

Le popolazioni girovaghe zingare nascono da incroci fra etnie diverse tra cui pakistani ed egiziani; c’è anche chi sostiene che la razza gipsy sia la risultante dell’incrocio tra quella egiziana e araba. Volendo fare una breve nomenclatura di alcune etnie possono essere menzionate i rom Khorakhanè, Dasikhanè, Harvati (giunti dalla ex-Jugoslavia) i Rom Kalderasha, Churara e Lovara (giunti dalla Moldavia, Valacchia). I paesi europei in cui la presenza dei rom è più rilevante sono Macedonia (11,5%), Bulgaria (9,3%), Slovacchia (9,2%), Romania (9%) e Ungheria (6%).

E in Italia quanti sono?

Le regioni italiane con più presenza di nomadi sono la Lombardia e il Lazio seguite dal Piemonte mentre, secondo dati del 2015, i Rom presenti in Italia sono circa 180 mila di cui il 60% è rappresentato da minorenni; purtroppo emerge anche che solo la metà di essi è iscritta a scuola al contrario della percentuale spagnola (93%); ampliando la ricerca solo il 6% dei Rom presenti in Italia consegue il diploma di scuola media.

Vuzho o marimè…….

Fra le caratteristiche culturali dei Rom trovano rilevanza le pratiche superstiziose unite al culto del fuoco, infatti differenziano tutto in due categorie: “vuzhò” (=kosher, puro) o marimè (impuro). La lingua Sinti è stata inserita, nella carta Europea delle Lingue Regionali, tra le lingue minoritarie da tutelare dalla Commissione Esteri della Camera dei Deputati e i Rom e Sinti sono riusciti a mantenere il loro idioma: il “romanes” che racchiude 60 dialetti solo in Europa.

A cura di Mariacristina Salini