A Presadiretta un’inchiesta tra Italia e Africa sul mondo della Cooperazione allo sviluppo

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Riccardo Iacona, conduttore di 'Presadiretta'
Riccardo Iacona, conduttore di ‘Presadiretta’

ROMA – PresaDiretta torna lunedì 29 gennaio alle 21.20 su Rai3 con “Aiutiamoli a casa loro”, un’inchiesta sul mondo della Cooperazione allo sviluppo. Quando si parla pensando a chi fugge da guerre e povertà si fa presto a dire “aiutiamoli a casa loro”, ma come funziona davvero il Sistema Italia e come vengono adoperati i soldi della Cooperazione italiana? Un’inchiesta tra Italia e Africa per provare a capire quali sono i progetti che funzionano e quelli destinati a fallire.

L’Italia ha raddoppiato negli ultimi 5 anni i soldi per la Cooperazione, nel 2016 ha stanziato più di 4 miliardi e seicento milioni in progetti che dovrebbero aiutare i paesi poveri a migliorare le proprie condizioni. Ma in realtà un terzo di questa cifra rimane a casa nostra, impiegato nell’accoglienza.

Un miliardo e mezzo di euro, soldi della Cooperazione allo sviluppo che vanno ai Cara, i Cas, gli Sprar, le Cooperative, che dovrebbero offrire ai migranti servizi come posti letto, assistenza medica e psicologica, corsi di italiano, pocket money. Ma chi controlla come vengono utilizzate queste risorse pubbliche?

PresaDiretta ha attraversato il continente africano per raccontare come e perché la Cooperazione allo sviluppo con i progetti giusti può fare la differenza e cambiare il futuro di un paese. Ci vogliono intelligenza, mezzi e tempo. È il caso del Camerun dove è stata PresaDiretta per raccontare un progetto di successo. Da anni infatti quel paese ha stretto un rapporto solido con la rete delle università italiane che formano giovani camerunesi. In Camerun oggi ci sono ingegneri, economisti, medici, farmacisti, architetti, agronomi, tecnici di laboratorio. Tutti laureati nel nostro paese, nelle nostre università. Un percorso di formazione straordinario in cui tantissimi giovani africani hanno portato “a casa loro” le competenze acquisite in Italia.

Ma in Africa l’occidente non esporta solo buone idee. E quando nei paesi poveri arrivano capitali e interessi privati non sempre il risultato si coniuga con l’aiuto alle popolazioni locali.

Le telecamere di PresaDiretta sono state in Etiopia e hanno percorso la valle del fiume Omo fino al lago Turkana in Kenya. Una valle vastissima di inestimabile bellezza, patrimonio dell’umanità per l’Unesco, il luogo dove avrebbe avuto origine la razza umana. Qui dall’Italia sono arrivati capitali pubblici e privati per costruire un complesso di dighe per la produzione di energia su richiesta del governo etiope. La ricaduta sull’ambiente e sul fragile equilibrio della popolazione locale sono oggi sotto gli occhi di tutti.

Ma a complicare i fragili equilibri dei paesi poveri ci sono anche altre iniziative. È il caso della vendita di bombe italiane all’Arabia saudita che da tre anni è in guerra nello Yemen, di cui si è recentemente occupato anche il New York Times. Molte associazioni tra cui Rete Disarmo, chiedono lo stop delle forniture belliche all’Arabia Saudita perché a loro avviso sarebbe in palese violazione della legge. Ma cosa ne pensano a Domusnovas, la città sarda dove la fabbrica di armi dà lavoro a quasi 100 famiglie?