Roma, il coordinamento regionale rifiuti torna a ribadire il suo “No all’inceneritore”

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ROMA – Il coordinamento regionale rifiuti torna a ribadire il suo “No all’inceneritore” e ad altre soluzioni che vedono la realizzazione di impianti di biodigestione aneerobica per lo smaltimento dei rifiuti. Martedì scorso c’è stato un Presidio in Campidoglio a Roma, che ha visto una folta partecipazione di cittadini. Iniziativa vanificata dall’assenza degli eletti in campidoglio che, in quella giornata, avrebbero dovuto tenere il consiglio comunale, ma che in realtà non si è svolto.

“Avremmo voluto un confronto con il Sindaco, in merito alle scelte del Comune riguardanti il piano di gestione del ciclo dei rifiuti, ma così non è stato e ci chiediamo il perché di questo vergognoso silenzio”, spiegano gli esponenti del Coordinamento regionale rifiuti, “Come coordinamento dei movimenti e delle realtà territoriali romane e regionali, che si oppongono non solo alla realizzazione dell’Inceneritore e degli impianti di biodigestione anaerobica, ma alla complessiva gestione inadeguata e dannosa del ciclo dei rifiuti su scala regionale, abbiamo dato a tutti appuntamento in piazza del Campidoglio proprio per cercare un confronto con il Consiglio comunale, che non si è riunito per fare il “ponte” dei patroni di Roma, e il Sindaco. Il nostro dissenso è rivolto in primis alla logica che spinge il Comune a proporre questa scelta impiantistica, perché va in una direzione contraria ai criteri di sostenibilità ambientale, perché continua a devastare territori già compromessi in termini di salute ambientale e qualità della vita, perché ritiene di chiudere il ciclo dei rifiuti non in modo circolare ma con il solo scopo di togliere l’immondizia dalla strada. Nonostante gli incendi recenti, soprattutto quello al TMB di Malagrotta, che devastano aree della città e che evidenziano l’urgenza di una soluzione complessiva contro l’emergenza climatica la strategia del Comune rimane la stessa”.

Secondo il comitato a farne le spese saranno “la cittadinanza, le comunità territoriali, le economie locali. Il rischio ambientale di questo piano è certo. Certo anche il cortocircuito tra la popolazione che chiede un confronto legittimo e il Campidoglio che si trincera dietro ferie o impegni più gravosi. Un confronto aperto e pubblico non fa paura ai movimenti che sono forti nelle loro convinzioni, suffragate anche da studi e dati, il legittimo sospetto è che faccia paura alle Istituzioni. Rinnoveremo la richiesta di incontro senza intermediari con il Sindaco e l’Assessora perché ascoltare i cittadini è un loro dovere. Continueremo la nostra opposizione in ogni territorio e ad ogni livello istituzionale, Comuni, Città Metropolitana, Regione Lazio, Governo, portando le nostre rivendicazioni a difesa della salute dei territori e contro una gestione dei rifiuti volta alla speculazione economica”.