“Quello che ho visto, specialmente nell’ultimo decennio, è che in un certo senso si rifugia in un mix infiammabile di rancore, ambizione e insicurezza, tutto unito insieme”, ha detto. Il numero 1 della Cia Burns ha anche affermato che il rischio di una guerra nucleare non dovrebbe essere sottovalutato durante la seconda fase del conflitto, anche se l’intelligence Usa al momento non vede “prove concrete” relative alla “pianificazione russa per il dispiegamento di armi nucleari tattiche”.
Le parole pronunciate più volte da Putin, però, creano una situazione in cui “non possiamo prendere alla leggera queste possibilità. La posta in gioco è molto alta per la Russia di Putin e quei rischi in questa seconda fase del conflitto sono seri e non vanno sottovalutati”. L’evoluzione della situazione in Ucraina viene osservata in particolare dalla Cina. “Ovviamente la leadership cinese sta valutando attentamente alle lezioni che dovrebbe trarre dall’Ucraina in relazione alle proprie ambizioni su Taiwan”, ha detto Burns. “Non credo minimamente che” la guerra in Ucraina “abbia ridotto la determinazione di Xi di ottenere il controllo su Taiwan prima o poi, ma penso che” l’attuale conflitto “sia qualcosa che sta influenzando i calcoli” dei cinesi “su come e quando lo faranno”.
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