Santanchè, Senato boccia mozione sfiducia: “Ho sempre detto la verità”

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ROMA – Alla fine è andato tutto come previsto: il Senato ha respinto la mozione di sfiducia individuale contro la ministra del Turismo Daniela Santanchè, presentata dal M5s dopo le inchieste giornalistiche di ‘Report’ che avevano evidenziato irregolarità nella gestione delle società condotte dalla ministra. I senatori che hanno detto no alla mozione sono stati 111, i favorevoli 67, nessuno si è astenuto. Come anticipato dal leader di Azione Carlo Calenda, infatti, il gruppo di Az-Iv non ha partecipato al voto.

“Riteniamo assurdo che Santanchè resti al suo posto dopo il modo in cui si è comportata”, ma “la mozione di sfiducia è il più grande regalo che il M5s sta facendo a questo governo. Il governo ribadirà la fiducia e Meloni potrà dire che il Parlamento sovrano l’ha confermata. Proprio una stupidaggine”, aveva detto Calenda.

Raggiante, ma laconico, il commento della ministra dopo il voto: “Una bellissima giornata”, l’ha definita ai giornalisti in Transatlantico, aggiungendo di aver “preferito non votare perché lo trovavo poco opportuno”. In precedenza, nella replica seguita alla discussione generale, Santanchè aveva sottolineato come fosse “la seconda volta che mi trovo in quest’Aula per accuse giornalistiche rivolte alla mia persona. Ho avuto occasione lo scorso 5 luglio di entrare negli aspetti di questa inchiesta pseudo-giornalistica, non intendo rifarlo perché ho già esposto i fatti con chiarezza. Mi permetto di ribadire che quando sono venuta in Senato non ero stata raggiunta da alcuna informazione o avviso di garanzia della Procura di Milano”.

Infatti, aveva spiegato Santanchè, “alla mia residenza a Milano l’avviso di proroga delle indagini è stato consegnato il 17 luglio, quindi non solo ho detto la verità ma chi ha detto il contrario mente sapendo di mentire”. “Questa mozione – aveva aggiunto – non ha in oggetto il mio operato da ministro o l’eventuale violazione di obblighi costituzionali e soprattutto ha per oggetto fatti che, se verranno evidenziati, sono precedenti al mio giuramento da ministro”. Argomenti ripresi dai partiti di maggioranza che, nelle dichiarazioni di voto, avevano espresso il sostegno alla ministra.