“A meno di 3 settimane dalle scadenze poste dalla legge – affermano – sono tali e tanti i ritardi e le incoerenze sia sulla certezza delle modalità operative che sui supporti tecnologici che l’amministrazione si era impegnata a mettere a disposizione che, senza alcuna enfasi, si può ragionevolmente affermare come la rete distributiva, per lo più costituita da ‘chioschi da marciapiede’, sia effettivamente a rischio di blocco e paralisi”.
“Una conseguenza inaccettabile per un settore e un’intera categoria che pure negli scorsi mesi si era resa ampiamente disponibile, collaborando con l’amministrazione fattivamente per consentire la sperimentazione in anticipo l’introduzione di norme che dal primo gennaio prossimo interesseranno tutti gli altri indistintamente”, prosegue la nota.
“Pur comprendendo il delicato momento di transizione di Parlamento e Governo, le scadenze ravvicinatissime ed il livello di impreparazione del ‘sistema’ dovrebbero di per sé consigliare un intervento normativo urgente e risolutivo che, oltre al resto, posponga i termini già fissati”, osservano le tre sigle dei gestori, che aggiungono: “Al contrario, le ripetute sollecitazioni avanzate anche direttamente verso il Ministro Tria non sono riuscite finora a sortire neanche un segnale di attenzione. Per queste ragioni – conclude la nota sindacale – alla categoria non rimane altro strumento di azione che proclamare lo sciopero nazionale di 24 ore, per martedì 26 giugno”.
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