Salute

Sclerosi Multipla: trattamento dei sintomi con angioplastica venosa

Lo studio arriva dalla Ricerca italiana

MILANO – Secondo la Ricerca Italiana, sembra esserci una correlazione tra un cattivo deflusso di sangue venoso del cervello ed i sintomi nervosi.

Secondo dottor Pietro Maria Bavera gli studi medico-scientifici degli ultimi cinque anni si sono concentrati sul possibile legame tra l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) e la sclerosi multipla (SM), considerando la teoria, la patologia, i meccanismi ed una serie di disfunzioni anatomiche collegate al deflusso venoso del cervello.

A tal proposito, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Acta Phlebologica (04/2016) del Collegio Italiano di Flebologia uno studio italiano intitolato: “Insufficienza venosa cronica cerebrospinale: come e quando l’angioplastica delle vene giugulari può influenzare i sintomi della sclerosi multipla”.

Questa pubblicazione analizza e classifica i sintomi raccolti da 366 pazienti con sclerosi multipla che inizialmente hanno avuto una diagnosi doppler di insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) e poi autonomamente hanno deciso di essere trattati mediante angioplastica venosa percutanea transluminale (PTA) delle vene giugulari interne.

I sintomi presi in considerazione e classificati, sono stati quelli descritti spontaneamente dai pazienti, poi regolarmente monitorati per 48 mesi dopo il trattamento. Tra i sintomi: diplopia, stanchezza, cefalea, intorpidimento/ mobilità degli arti superiori, intorpidimento/mobilità degli arti inferiori, sensibilità termica, controllo vescicale, coordinazione dell’equilibrio, qualità del sonno, vertigini, concentrazione mentale.

In generale, nei pazienti affetti dalla forma più comune di Sclerosi Multipla la “recidivante-remittente” (RR), 179 donne e 85 uomini, sono stati osservati i risultati più significativi per la diminuzione di tutti i disturbi considerati. Meno rilevanti sono risultate le osservazioni condotte sui pazienti “secondariamente progressivi” (SP), e “primariamente progressivi” (PP).

In conclusione, secondo l’autore, gli eccellenti e durevoli risultati ottenuti nei pazienti RR sembrano suggerire che la valutazione doppler della CCSVI potrebbe essere proficuamente impiegata in tutte le situazioni iniziali delle malattie neurologiche progressive, e non solo nella sclerosi multipla.

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Pubblicato da
Virginia Chiavaroli

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