Attualità

Scuola, trasporto urbano e distanze in aula: le riflessioni della Vietina

“I ragazzi possono stare vicini di posto quando sono in corriera, ma poi distanziati una volta che entrano in aula: mi sembra una grande assurdità”. Così interviene Simona Vietina, parlamentare di Forza Italia e docente, ricordando come in Emilia-Romagna il governatore Stefano Bonaccini abbia disposto attraverso un’ordinanza firmata ieri come i mezzi per il trasporto extraurbano possano essere occupati al 100%.

E questo vale quindi anche per il trasporto scolastico. “Un aspetto trascurato nel Piano per il rientro a scuola a settembre presentato dal premier Giuseppe Conte e dalla ministra Lucia Azzolina – rimarca la deputata azzurra – Nelle aree metropolitane c’è il problema di gestire i picchi delle ore di punta, dove i ragazzi si aggiungono all’aumento dell’utenza di chi si reca al lavoro; ma non dimentichiamoci le corse scolastiche, soprattutto nei territori periferici, dove spesso e volentieri i bus sono stracarichi di studenti. Si raddoppieranno le linee e i mezzi a disposizione? Come si gestiranno gli orari e le spese aggiuntive? Mancano due mesi e mezzo al suono della campanella e ancora si brancola nel buio”.

“Sulla necessità di far ripartire la scuola non si discute, ma sulle modalità e le garanzie che lo Stato deve offrire a studenti, personale scolastico e famiglie ancora non ci siamo: la riapertura non deve discriminare nessuno – prosegue Vietina – Dal lockdown in poi la scuola è stata dimenticata: se in questi mesi si poteva mettere mano all’edilizia scolastica per programmare una riapertura in sicurezza, investendo nei luoghi dell’istruzione, si è invece arrivati all’estate con un nulla di fatto – prosegue la parlamentare azzurra – Il governo non vuole classi pollaio, bene, nelle aule deve essere garantito il distanziamento sociale, ottimo, ma la ministra ha fatto i conti con la realtà, con gli spazi effettivamente a disposizione? Il patrimonio edilizio scolastico italiano non è sempre adeguato e oltre il 20% delle scuole è frutto di un riadattamento di immobili nati con altre funzioni. A settembre l’anno scolastico deve ripartire per tutti, non ci possono essere studenti lasciati fuori, penalizzati: il governo è in ritardo e non ha ancora pensato alla rimodulazione dei programmi scolastici e agli oneri aggiuntivi per ricollocare e trasformare le aule – conclude Vietina – Chi pagherà?”.

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