Settore suinicolo, un patto di filiera per superare le attuali difficoltà

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ROMA – Tra i settori agricoli oggi in affanno a causa degli squilibri di mercato conseguenti alla diffusione del Covid-19 c’è sicuramente quello suinicolo. Confagricoltura segnala che le quotazioni sono in forte diminuzione (-20% ormai rispetto a dicembre scorso – v. tabella) e che questo porta inevitabilmente al rischio di possibili comportamenti opportunistici lungo la filiera. Con questo ritmo già dalla prossima settimana i ricavi non copriranno i costi di produzione. Per questo l’Organizzazione degli imprenditori agricoli chiede un “patto di filiera” che consenta di superare le attuali difficoltà. Allevatori, industria, GDO devono collaborare per alimentare il Paese e rispettare quell’impegno che hanno assunto.

Molte, per Confagricoltura, le criticità da affrontare, a partire dal costo dell’alimentazione in deciso aumento, nell’ordine del 5%, a causa l’innalzamento dei prezzi delle materie prime (soya e cruscami su tutto) per i mangimi, provocato dai ritardi nell’attracco delle navi in arrivo e dalle difficoltà nei trasporti soprattutto dall’est Europa.

L’epidemia ha determinato una riduzione di maestranze nei macelli e negli stabilimenti di trasformazione, aggravata dai nuovi protocolli sanitari per il contenimento del virus che porta a una riduzione del volume della attività che Confagricoltura stima intorno al 20%.

Le macellazioni sono in netto calo. Confagricoltura stima un -20%, pari a circa 25.000 suini a settimana.

Tutto questo mentre gli allevamenti sono in piena produzione, viste anche le buone prospettive di fine anno a seguito dei problemi di PSA in Cina e della conseguente richiesta di carne da parte del paese del Sol Levante.

Ciò – spiega Confagricoltura – ha importanti e negative conseguenze. Prima di tutto l’aumento del peso degli animali in stalla, che comporta problemi di spazio e quindi di benessere e di salute. Inoltre, molte partite destinate al circuito DOP andranno “fuori peso”, con un ulteriore deprezzamento.

Nonostante le buone performance del prodotto fresco, il calo del prezzo del suino vivo diviene inevitabile, con conseguente adeguamento al ribasso del prezzo dei tagli che hanno invece un positivo riscontro di vendita. E paradossalmente il calo delle macellazioni potrebbe portare a una carenza di tagli per il fresco e quindi aprire le porte a ulteriori importazioni.

Confagricoltura ha accolto positivamente lo stanziamento di 13 milioni di euro da parte del Governo nel bando indigenti per il ritiro di prodotti DOP e IGP stagionati. Un primo passo, secondo l’Organizzazione degli imprenditori agricoli, che chiede soprattutto un “patto di filiera” dove ogni anello della catena faccia la propria parte. Occorre mettere in campo misure che riportino le macellazioni a ritmi pressoché ordinari. Invitando la trasformazione a prediligere il prodotto nazionale rispetto a quello estero e la GDO a mettere a banco anche nuove referenze come la polpa di prosciutto. In conclusione serve una “scossa” al settore, affinché in questo periodo di emergenza tutti possano lavorare in tranquillità, stabilendo lungo tutta la filiera un giusto riparto dei costi e dei ricavi, per continuare a fornire al consumatore italiano un prodotto di qualità a un giusto prezzo e soprattutto tutti i giorni.