Tanti post sui social sotto effetto di droga, lo rivela uno studio

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smartphoneROMA – Da video a foto e commenti, non pochi dei post presenti sui social sono realizzati mentre gli utenti sono sotto effetto di sostanze come alcol e droghe. E tra coloro che fanno uso abituale di droghe questa ‘moda’ è diffusissima, salvo poi pentirsi di quanto postato.

Lo rivela uno studio sulla rivista Substance Abuse, condotto presso il Center for Drug Use and HIV/HCV Research (CDUHR) presso il NYU College of Global Public Health a New York. Si stima che oltre 9 giovani su dieci di 18-29 anni usino qualche social e poiché praticamente tutti hanno uno smartphone, diventa facilissimo realizzare post in tempo reale in qualsiasi situazione.

Lo studio ha coinvolto 872 giovani adulti che stavano per partecipare a feste in discoteca e che avevano dichiarato di aver fatto uso di una qualche sostanza in passato. I ricercatori hanno chiesto loro se avessero postato video, foto o inviato messaggi o chiamato qualcuno mentre erano sotto l’effetto di sostanze, e se si fossero poi in seguito pentiti di ciò. È emerso che oltre uno su tre ha realizzato dei post mentre era sotto l”effetto di sostanze e che oltre uno su 5 di loro se ne è pentito a posteriori. Inoltre oltre la metà del campione (55,9%) ha mandato messaggi o chiamato qualcuno sotto l”effetto di sostanze e quasi la metà (47,6%) si è ritrovato in una foto postata sui social mentre era sotto l”effetto di sostanze.

“Rischiosi post sui social, come ad esempio foto o altro materiale che mostra qualcuno sotto l’effetto di sostanze, hanno il potenziale di causare profondo imbarazzo, stress, litigi nella propria rete di amici” – ha commentato i dati l’autore principale del lavoro Joseph Palamar. “Tale comportamento può avere anche implicazioni ad esempio in ambito lavorativo, dato che la maggior parte dei datori di lavoro oggi fa uso dei social a sua volta anche per selezionare candidati, e potrebbe dunque venire a conoscenza di comportamenti impropri di un possibile candidato” e tenerne conto nella sua valutazione complessiva, conclude l’autore.