Di certo, ribadisce ancora una volta il titolare di via XX Settembre, “nessuno ci chiede una manovra correttiva”, che rischierebbe solo di avvitare la crisi in un momento di frenata generale: “In Europa – ha spiegato Tria dal palco del Festival dell’Economia Civile di Firenze – c’è un rallentamento della crescita perché si è fermato il motore, la Germania”. E visti gli stretti legami con la manifattura tedesca della nostra industria, e lo storico ritmo lento dell’economia italiana, sempre un punto sotto la media Ue, ecco spiegato perché “la nostra economia è allo ‘zero’ mentre la Germania riesce a rimanere allo 0,7-0,8%”.
Non si tratta di stime, sottolineano dal suo entourage, ma solo di una constatazione dello stato dell’arte, che il governo gialloverde è impegnato a contrastare con quella che di fatto si sta delineando come una vera e propria ‘manovra’, ma per la crescita.
Sarà da vedere se rappresenterà quella “azione massiva” invocata dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: ora, ha detto in tv, è il tempo di chiudere i “conflitti” e di trovare “compattezza” come hanno fatto imprese e sindacati, per agganciare la ripresa e arrivare preparati all’impegnativo appuntamento dell’autunno, quando con la manovra saranno da sminare 23 miliardi di aumenti di Iva. Altrimenti, se le divergenze che emergono di continuo tra Lega e Movimento 5 Stelle dovessero rivelarsi “strutturali” allora meglio sarebbe andare al voto anticipato, piuttosto di “galleggiare”.
Tria poi mette in guardia anche da chi attacca il sistema bancario italiano: ‘Significa avallare una campagna europea che ci sta mettendo in difficoltà e minare l’interesse nazionale’.
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