Trump accusato formalmente di cospirazione: “Non colpevole”

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WASHINGTON – “È una persecuzione”, così il tycoon americano ed ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha commentato la formalizzazione nei suoi confronti dei capi d’accusa per cospirazione, per aver ostacolato la certificazione della vittoria di Joe Biden alle ultime elezioni presidenziali, durante il famoso assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e per le carte segrete trovate nella sua residenza di Mar-a-lago, vicino Palm Beach, in Florida. L’udienza a Washington è durata appena 27 minuti, di cui circa la metà in attesa dell’ingresso del procuratore federale che, definendolo “sir” e non “presidente”, ha letto le imputazioni aggiornando l’udienza alle 10 di mattina del 28 agosto.

“Questo è un giorno molto triste per l’America – ha detto Trump, incontrando la stampa in aeroporto, sotto la pioggia, prima di risalire sul suo jet privato – ciò che sta accadendo è una persecuzione di un avversario politico. Non doveva succedere in America. Questa è la persecuzione nei confronti di una persona che è in testa nei sondaggi con numeri molto importanti nelle primarie repubblicane e sta superando Biden di molto. Quindi se non lo si può battere, lo si perseguita. Non possiamo permettere che questo accada in America”.

Durante l’udienza l’ex presidente ha risposto solo alle domande di rito, declinando le sue generalità, confermando di non aver assunto farmaci e, soprattutto, dichiarandosi “non colpevole” prima di essere rilasciato. Fuori, intanto, centinaia di manifestanti pro e contro Trump facevano sentire la propria voce per chiedere “giustizia”, in un senso o nell’altro. Resta da capire cosa accadrà nella corsa alla Casa Bianca se Trump dovesse essere condannato. Tecnicamente la Costituzione americana, anche se non prevede, espressamente, simili fattispecie, non impedisce a un condannato di candidarsi e, se mai Trump dovesse vincere, sembrerebbe che possa addirittura auto-graziarsi.