La Conferenza Stato-Regioni è tornata a riunirsi in remoto, dando il via libera alle intese su due decreti del Ministero delle Politiche Agricole inerenti le filiere forestali e sull’informativa relativa alla nuova delimitazione delle aree soggette a vincoli naturali significativi diverse dalle aree montane. Il primo decreto determina i criteri minimi nazionali per la formazione professionale degli operatori forestali e per l’esecuzione degli interventi di gestione forestale in modo tale da fornire la base comune e standardizzata per la successiva legislazione regionale.
La seconda intesa è stata, poi, raggiunta sul decreto recante disposizioni per la definizione dei criteri minimi nazionali per l’iscrizione agli elenchi o albi regionali delle imprese che eseguono lavori o forniscono servizi forestali, garantendo un’uniformità di accesso sull’intero territorio nazionale: un prerequisito necessario per la partecipazione ad appalti pubblici o per poter accedere a finanziamenti. Per la modifica dei programmi di sviluppo rurale con incorporazione della nuova zonizzazione oggetto dell’informativa, invece, si attende il riscontro della Commissione europea su metodologia attuata e risultati finali raggiunti per delimitare le aree soggette a vincoli naturali significativi.
“Facciamo due ulteriori passi avanti nella tutela delle foreste italiane, le cui filiere andranno sostenute e valorizzate perché in grado di garantire reddito, posti di lavoro nonché svolgere un ruolo fondamentale per la tenuta idrogeologica del Paese – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate, che ha partecipato alla riunione in videoconferenza – Attendiamo, poi, l’esito di Bruxelles relativa ai criteri di individuazione dei Comuni potenzialmente individuabili come territori beneficiari dell’indennità compensativa nel sostegno allo sviluppo rurale, come da normativa comunitaria”.
L’esercizio di individuazione delle nuove aree soggette a limitazioni naturali ha previsto una prima fase di delimitazione delle zone soggette a vincoli naturali attraverso l’utilizzo di specifici criteri biofisici sulla base di una metodologia fondata sulle linee guida elaborate dal JRC (Joint Research Center, organo tecnico della Commissione). A questa fase è seguita quella del cosiddetto “fine tuning”, con l’esclusione di quei comuni che, pur potenzialmente beneficiari, godono di condizioni socio-economiche o infrastrutturali tali da aver superato la condizione di svantaggio. Ora a pronunciarsi sul lavoro svolto dal Ministero delle Politiche Agricole, con il supporto tecnico e scientifico del Crea, sarà la Commissione europea.