Tra vacanze e Wi-Fi per 2 italiani su 3 la felicità sta tutta in uno smartphone

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telefono Duomo MilanoMONZA – Addio allo stress da vacanza e ai traumi causati dal rientro al lavoro: per 2 italiani su 3 le ferie estive sono felicemente connesse e senza dubbio “Smart”. È “Smart” infatti la parola d’ordine di questa strana estate italiana, sdoganato lo Smart Working che consente di non rinunciare ai primi week end lunghi di vacanze in famiglia – per 2 italiani su 3 è meglio portarsi il lavoro in vacanza piuttosto che rinunciare alle ferie o doverle ridurre ad una sola settimana.

È ciò che emerge da un’indagine svolta su un campione di 500 connazionali da Axess Public Relations, una delle prime agenzie di pubbliche relazioni italiane specializzata in ambito Healthcare, Assicurazioni, Non profit.

“La cultura del lavoro – commenta Dario Francolino, Presidente di Axess Pulic Relations – per alcune professioni si è completamente trasformata come osserviamo ormai quotidianamente grazie o per colpa dello Smart Working. Guardiamo il lato positivo, così si evitano anche stress e traumi da rientro”.

“Lo smartworking è un vero toccasana per alcune professioni più creative, che non necessitano di lavorare per forza dall’ufficio – commenta Dario Francolino, presidente e General Manager di Axess PR – È così che si riescono a conciliare le diverse esigenze dei dipendenti tra cui per esempio la possibilità di avere più supporto nella cura dei figli o dei genitori da parte di parenti e amici”.

Se la modalità vacanza al 50% per venire incontro alle esigenze del menage familiare fa bene al dipendente e all’azienda, dall’Istituto Superiore di Sanità (Rapporto Istisan “Esposizione a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche”) arrivano notizie confortanti circa l’utilizzo prolungato del cellulare, che se usato per oltre dieci anni, non farebbe incrementare il rischio di neoplasie maligne (glioma) o benigne (meningiomi, neuromi acustici, tumori dell’ipofisi o delle ghiandole salivari).

In Axess PR il lavoro agile è stato introdotto lo scorso anno ed è stato un percorso naturale proposto a Elena Pescucci, Head of Media Relations.

Un tempo solo i liberi professionisti si avvalevano dello Smart Working, mentre, da quando le dinamiche del “work life balance” sono entrate a far parte della filosofia aziendale, in molti hanno iniziato ad adottare contratti di lavoro agile e sembra funzionare sia per i lavoratori che per i dirigenti.

Il segreto perché funzioni? Adottare sistemi per lavorare da remoto, rispettando il tempo libero dei dipendenti che non devono lavorare h24. “La fiducia e la responsabilizzazione dei dipendenti sono il presupposto fondamentale per l’adozione di questi modelli contrattuali – afferma Francolino – ognuno ha degli obiettivi, per me non ha importanza dove e come lo fanno, guardo al risultato”.

E Pescucci racconta che “da quasi un anno lavoro con un contratto di Smart Working e devo dire che la qualità della mia vita è migliorata tantissimo. Sono una persona molto responsabile e scrupolosa, che rispetta le scadenze e sa come raggiungere il risultato prefissato. È vero anche che bisogna creare un rapporto di fiducia tra il dipendente e il datore di lavoro, senza quello non si riesce a lavorare con serenità e in modo profittevole”.