“I dati dell’epidemia ci stanno dicendo che la categoria 5-11 anni è quella che presenta il maggior numero di casi incidenti – ha spiegato – Per decidere sull’obbligo” vaccinale “vanno soppesati i rischi e i benefici ma il quadro sta cambiando e anche i bambini sono ricoverati e non hanno patologie concomitanti, il rischio dell’infezione sta diventano molto superiore al rischio del vaccino che negli studi non esiste”.
Quindi l’obbligo del vaccino anti-Covid per la fascia 5-11 anni “non si può escludere” ed “è una valutazione che verrà fatta progressivamente”. E poi: “La vaccinazione obbligatoria non è un tabù da sfatare – ha rimarcato Palù – esiste già per alcune categorie professionali ed esiste per i bambini, il decreto Lorenzin, e poi, ricordiamolo, anche il Covid-19 sta mutando il suo aspetto. Se prima il 2% dei bambini contraeva l’infezione, con la variante Alfa oggi siamo al 25-30%”.
Quanto al super Green pass, “è una misura di tutela, chi frequenta dei luoghi per piacere o per l’attività ludica mette a rischio gli altri se non vaccinato. Può tranquillamente stare a casa”. Sulla possibile scelta del governo per la riduzione della durata del Green pass, oggi fissata a 12 mesi, “9 mesi è una via di compromesso”, ha precisato. Palù ha spiegato che “assistiamo ad una crescita dei contagi non esponenziale ma lineare, alcune Regioni superano la soglie critiche per i ricoveri in area medica e in terapia intensiva. Molta attenzione ad evoluzione pandemia”.
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